Un dialogo con l’immagine, tra astrazione e grafismo, istante e memoria. In una relazione univoca. A Parigi è in scena “la camera chiara” del couturier che invece a Roma ha presentato Paris-Rome, la collezione métiers d’art chanel 2015/16.
Un filo conduttore che lega la Francia all’Italia, tracciata da Karl Lagerfeld celebra l’istrionico couturier. Nella Capitale italiana ha presentato Paris-Rome, la collezione Mètiers d’art Chanel 2015/16, omaggio al binomio tra due metropoli. È alla Pinacotheque de Paris, invece, che un’ampia selezione di fotografie di uno dei maestri della couture – Karl Lagerfeld – esplora la singolare relazione che lo stilista intrattiene in ogni attimo con l’immagine. Se i soggetti variano radicalmente andando dalla moda all’architettura fino all’autoritratto, l’immagine di Karl Lagerfeld è invece segnata da un approccio decisamente grafico e da una certa inclinazione per l’astrazione. «Fin dall’inizio – spiegano Éric Pfrunde e Gerhard Steidl, curatori dell’esposizione – Lagerfeld è tanto interessato ai tempi di esposizione e alle tecniche di stampa quanto alle proprietà compositive. Per lui un quadro non è solo un’immagine, ma un oggetto visivo la cui identità dipende dalle tecniche con cui si è creato». Un’esposizione che mette in evidenza ciò che ha sempre attratto Lagerfeld ovvero l’architettura, i paesaggi, le notti di Parigi, i ritratti e i self-portrait, la fotografia di moda, le arti grafiche… «La gente vuole sempre sapere qual è il mio stile fotografico» ha raccontato Karl Lagerfeld. «Non lo so. È l’osservatore a dirmelo. Non ho uno stile, ma molti, o forse nessuno. Non bisogna restare immobili, né nella vita, né nella moda, né nella fotografia…» Immagini profonde e intense racchiuse in due grandi installazioni – Daphnis et Chloé e Le Voyage d’Ulysse – la colta e sensuale visione del couturier nei confronti della Grecia antica, restituendo nello stesso tempo la dialettica propria all’immagine fotografica, sempre sospesa tra l’istante e la memoria. «Amo l’effimero: la moda è il mio mestiere. Ma la natura effimera di una fotografia si pone a un altro livello rispetto alla moda… È pericoloso voler rifare un’immagine, pericoloso ispirarsi a collezioni passate. Il famoso “mai più” di un momento unico dona all’immagine una dimensione maggiore, una sorta di nostalgia istantanea, ma senza attaccamento al passato.» E nonostante un’impressionante produzione di fotografie, Lagerfeld iniziò solo nel 1987 a racchiudere nella lente i suoi scatti. E tutto iniziò per caso, per necessità: «Non avevo mai pensato – racconta – di poter fare il fotografo, se il mio amico Éric Pfrunder, Directeur Image presso Chanel Mode, non mi avesse spinto da una necessità urgente ovvero degli scatti per un dossier di stampa. E oggi la fotografia è parte della mia vita…».
A Visual Journey
Fotografie di Karl Lagerfeld
Pinacothèque – 28 Place de la Madeleine, Paris
Fino al 20 marzo 2016