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Nel cuore di Brera a Milano una celebrazione che coniuga moda e design attraverso i tre valori dell’italianità – qualità, tecnica, creatività – interpretati da Paul&Shark nei suoi quarant’anni di storia. Il Presidente e CEO Andrea Dini racconta a posh Project 40 e l’inimitabile lifestyle affermatosi su scala internazionale con 250 negozi inaugurati nelle strade più esclusive: via Montenapoleone, Faubourg Saint Honoré a parigi, Madison Avenue a new york, Rodeo Drive a Beverly Hills, Canton Road a Hong Kong…

Le sofisticate atmosfere dello stile della Royal Navy – espresse da capi iconici come il doppiopetto in maglia con bottoni dorati da ammiraglio o il tipico maglione blu in lana idrorepellente con mostrine – declinano l’estetica di un brand che da sempre dialoga con l’eccellenza. Dallo smart casual dello sportswear al tecnicismo dello yachting all’informale eleganza della quotidianità metropolitana, Paul&Shark celebra nel 2016 quarant’anni di successi, partendo dall’appuntamento di Milano Moda Uomo. Abbiamo incontrato il Presidente e Amministratore Delegato Andrea Dini che ci ha raccontato di “Project 40”, un progetto nato in collaborazione con Wallpaper Magazine. Tre i designer selezionati a livello mondiale – il cinese Zhang Zhoujie, lo studio americano Ladies&Gentlemen e lo spagnolo Tomas Alonso – per reinterpretare gli storici packaging “barattolo” e “valigetta” in cui erano venduti i primi maglioni Paul&Shark in lana idrorepellente, ispirati alla Marina inglese. Come ci racconta Andrea Dini.

In che modo “Project 40” rende omaggio ai quarant’anni di storia Paul&Shark?

Per molti mesi ci siamo chiesti quale potesse essere il modo migliore per onorare la grande storia della nostra azienda e abbiamo deciso di risfogliarne le pagine ritornando al primo giorno, a quell’idea geniale che ebbe mio padre di riporre capi d’abbigliamento all’interno di packaging inconsueti, ma per noi molto rappresentativi: un girocollo in un barattolo cilindrico e un giubbotto di maglieria all’interno di una valigetta. Contenitori da conservare nel tempo, innovativi per i materiali – l’alluminio che non arrugginisce con la salsedine – e leggerissimi. Ci siamo chiesti cosa fare per dar loro nuova luce e, coordinandoci con Wallpaper Magazine, abbiamo dato vita a questo grande progetto che coniuga moda e design. Sono stati selezionati tre artisti che hanno realizzato altrettante opere. Due per riscoprire l’heritage dell’azienda e una per proiettarla nel futuro. Il primo progetto, firmato da Zhang Zhoujie, propone una valigetta rivista con minimalismo e contemporaneità. Un’ispirazione nata pensando alle onde del mare e realizzata attraverso lamine di metallo con una grafica digitale a rete, poi piegate e ondulate manualmente fino a raggiungere un risultato unico e imprevedibile. Il duo americano Ladies&Gentlemen, invece, reinventa il classico barattolo Paul&Shark con un oggetto di design che racchiude in sé un “after use”: packaging speciale per l’iconico maglione del brand che, una volta tolto il contenuto, diventa un’elegante lanterna a LED. Infine il progetto firmato da Tomas Alonso è una nuova visione di packaging “green” che racconta un importante messaggio legato al mondo dell’acqua, da sempre riferimento di Paul&Shark, e all’ecosostenibilità.

Una celebrazione che proseguirà anche con nuove aperture e iniziative?

Per quanto riguarda l’aspetto strettamente commerciale apriremo in Indonesia due negozi nella prima parte dell’anno. Stiamo lanciando inoltre l’e-commerce che è un ambito nuovo su cui non abbiamo mai puntato per non interferire con la distribuzione ufficiale, ma che oggi non suscita più alcun timore. Relativamente agli aspetti creativi, già lo scorso anno abbiamo presentato un’installazione durante il Salone del Mobile perché crediamo molto nello scambio di vedute e di idee tra moda e design che fornisce sempre enormi suggerimenti. Riproporremo qualcosa di simile anche quest’anno: mi piacerebbe molto invitare i clienti più affezionati e preparar loro un capo personalizzato…

In che modo riuscite a far dialogare gli universi paralleli di moda e tecnologia?

È facilissimo. Per un’azienda come la nostra, che ha più di trenta brevetti legati ai capi d’abbigliamento, è assolutamente naturale, fa parte del nostro DNA. A tal proposito stiamo lanciando capi che vedono l’introduzione di tecnologie sempre più innovative. Tra questi, Typhoon Arctic Heat, giubbotto che, oltre a essere realizzato con l’esclusivo trattamento waterproof Typhoon 20000, è dotato di un innovativo sistema di riscaldamento inserito nel capo che può essere attivato con un tasto invisibile collocato all’interno di una tasca. La stessa tecnologia è applicata anche alla field jacket Urban Heat, ideale per chi vive in città. E ancora, il parka realizzato con Typhoon Ceramic, esclusiva membrana di ceramica elastica, leggera, traspirante e dalle elevate proprietà termoregolatrici o il piumino Seamless realizzato senza impunture grazie a una particolare tecnologia che non permette la fuoriuscita delle piume. Un’alternativa ecologica alla vera piuma d’oca è presentata da Paul&Shark con il piumino Eco Down, attraverso una speciale lavorazione dell’ovatta che risulta morbida, leggera e traspirante quanto la piuma.

In che modo rimanete fedeli alla tradizione del made in Italy pur essendo così all’avanguardia in ambito produttivo?

La sede della nostra azienda è Varese sin dal primo giorno di attività e il rapporto con il tessuto sociale della città è fortissimo. Lavorano per noi due o addirittura tre generazioni di professionisti che custodiscono valori e conoscenze non trasmettibili. I macchinari possono trovarsi ovunque, ma sono le persone e il territorio a fare la differenza del made in Italy.

Tra i valori Paul&Shark anche lo spirito d’avventura. In che senso?

Il punto di partenza è il mare. Quello in cui Hemingway vedeva un sfida infinita in cui vinti e vincitori spesso si confondono. I nostri capispalla sono studiati per sfidare le intemperie che solo chi ha un grande senso dell’avventura accetta di fronteggiare. I dettagli di creatività aiutano inoltre a ricreare quelle atmosfere tipicamente di grande pathos. Rievocare un simile immaginario attraverso l’abbigliamento è possibile solo grazie all’ausilio del design che fornisce infinite possibilità di comunicazione concettuale.

L’imprinting internazionale dell’azienda le consente di viaggiare molto. Quali i luoghi per lei più affascinanti?

In Italia la Costiera Amalfitana che offe sempre grande respiro all’azienda. All’estero Miami, che diventa grandiosa in particolare durante la rassegna Art Basel, e Londra che torna a essere cuore creativo d’Europa. Per quanto riguarda la ricerca sui colori non posso non menzionare l’India dove si continuano a tingere i tessuti in vasche all’aperto con i coloranti naturali. Un vero spettacolo…