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Quintessenza di femminilità, Gigi, Joan e Lily incarnano la sicurezza di sé, la forza, la bellezza e la disinvoltura della donna che indossa le creazioni Stuart Weitzman. Tre top model – ritratte dal grande fotografo Mario Testino con l’inedito modello Nearly Nude per presentare al mondo la nuova SS16 – sono solo una parte del patrimonio creativo di un brand amato universalmente per eleganza, modernità e glamour. Tra flashback emozionanti, dettagli di stile e rivelazioni esclusive, Stuart Weitzman racconta la sua ossessione per l’universo footwear femminile

Sei vetrine su strada e 280 mq catturano l’attenzione proiettando l’osservatore all’interno di uno spazio luminoso, accogliente e ultramoderno, con curve sedute modulari, display ricavati da fibra di vetro bagnata in oro rosa, pareti e soffitti in cemento rinforzato. La boutique milanese del celebre marchio di calzature Stuart Weitzman progettata dall’archistar Zaha Hadid garantisce un’esperienza sensoriale che trascende il mero acquisto. A Roma il concept store si presenta fluido e interattivo dove installazioni, elementi scenografici ed espositori innovativi seguono una progressione spaziale che invita il cliente a tuffarsi in un mondo parallelo. All’interno, collezioni bestseller, classici intramontabili e ultimissime proposte esprimono emblematicamente la bellezza di calzature desiderate dalle donne di tutto il mondo. Cuissardes in camoscio, perfette per un look elegante e sexy, stivaletti in vernice e ancora scarponcini con lacci o décolleté stampa animalier con tacco alto, per un assortimento che comprende anche una selezione di borse in linea con le ultime tendenze moda. Stuart Weitzman ci guida all’interno di quello che è stato spesso paragonato al paradiso del footwear femminile, svelando i retroscena di scelte commerciali e stilistiche con un’attenzione particolare all’ultima, clamorosa, collezione.

Com’è nata questa “ossessione” per le calzature?

È iniziato tutto quando avevo appena cinque anni. Mio padre era uno shoes designer e mia madre una modella che amava vestirsi in modo eccentrico ed elegante e ricevere in regalo sempre scarpe stravaganti. Tutto questo ha esercitato inevitabilmente un potente fascino su di me quando ero bambino fino a trasformarmi in colui che è stato definito “a little obsessed with shoes”.

Il concetto di comfort è importante tanto quanto quello di design. Perché?

Agli esordi del mio percorso professionale non avrei mai creduto realmente di ritrovarmi così in alto nell’industria calzaturiera. Volevo far parte di un business di successo, ma non sapevo esattamente come. Quando le circostanze della vita mi hanno regalato l’opportunità di lavorare nel mondo della calzatura ho voluto mantenere un approccio strategico, tipico del modus operandi di chiunque si occupi di design. Ricordo che mi venne suggerito di parlare con una donna – all’epoca la più importante figura femminile degli Stati Uniti in ambito calzaturiero – per la presentazione della mia prima collezione. «Se vuoi entrare nel cuore delle donne dovrai saper regalare loro un prodotto che le invogli a indossarlo. Devi essere sicuro che colei che vestirà un tuo paio di scarpe per la prima volta avrà voglia di indossarlo anche una seconda», mi disse. L’ho accettato come un prezioso consiglio e l’ho trasformato in una sensata strategia produttiva. I concetti di comfort e di funzionalità divennero sin da subito corollari fondamentali di quel suggerimento, sia per me sia per tutti i miei collaboratori che sanno quanto peso abbia nella realizzazione di una scarpa la costruzione tecnica della stessa. Quello di comfrot è ovviamente un concetto relativo e modellabile a seconda del tipo di scarpa che si sta indossando, un sandalo, uno stiletto, una décolleté… Ciascuno di questi avrà la sua interpretazione di comodità specifica.

Come rimanere sexy pur indossando delle scarpe comode?

La comodità risiede nella struttura della scarpa e non deve mai sacrificare l’estetica che rimane fondamentale. Dipende dalla qualità del cuoio utilizzato, dalla flessibilità della soletta e da altri tecnicismi. È invisibile agli occhi, ma quando garantita contribuisce a esaltare l’eleganza e la portabilità di un modello.

Calzature sexy e al contempo comode. Un vero e proprio lusso?

Quello di lusso è sicuramente un valore della mia azienda, me è un concetto che non comunichiamo né visivamente né verbalmente. Accade che le donne lo percepiscano istantaneamente indossando un mio prodotto. Questione di sensazioni insomma, di feeling. È così insito nel nostro modo d’intendere una calzatura che le donne finiscono per non preoccuparsene minimamente. Garantisce la nostra professionalità e chi lo sa non lo dimentica. Bisogna tenere ben presente però che una scarpa lussuosa potrebbe non essere confortevole, o viceversa. Ciò che è apparentemente realizzato con materiali supercostosi poi magari ha un fitting difettoso. Stuart Weitzman invece fa sì che le due cose viaggino parallelamente, sempre puntando su bellezza e modernità.

Hai spesso affermato di trarre ispirazione dagli oggetti d’uso comune per la creazione dei tuoi capolavori. Come?

Tutto quello che vediamo e tocchiamo è stato pensato e disegnato da qualcuno. Questo deve essere chiaro. Al massimo o al minimo delle possibilità non importa. E se tutti ce ne ricordassimo potremmo trarre ispirazione costantemente dalle cose che ci circondano. Ad esempio, negli ultimi 10 anni le ragazze hanno indossato i leggings ancor più dei pantaloni. Senza limiti d’età, come una seconda pelle. Da qui ho deciso di voler disegnare un modello di stivale che le ragazze potessero indossare senza quasi accorgersene, proprio come avviene con i leggings e ho quindi predisposto una lavorazione del cuoio che fosse ispirata all’inconsapevolezza che indossare un leggings regala. Volevo una scarpa che le donne guardassero e sentissero come un accessorio e non come un paio di stivali. Altro patrimonio cui attingere è senz’altro la tecnologia, tra le prime fonti d’ispirazione del foot design, perché capace di fornire quei materiali necessari alla concretizzazione del sogno.

Sono moltissime le Celebrities che scelgono Stuart Weitzman. Da Rihanna a Beyoncé, da Sandra Bullock a Jennifer Aniston. Qual è il segreto di questa patinata alchimia?

Sappiamo tutti benissimo quanto sia importante per una star essere sempre impeccabile nelle occasioni speciali o apparire al meglio della propria forma per suggestionare il pubblico e i fan. Molto onestamente so di non essere l’unico preferito dalle celebrities, ma ciò che cerco di dar loro per fare la differenza è l’esclusività del prodotto perché chiaramente tutte vogliono indossare pezzi non ancora visti né indossati da qualcun altro. Bianco e nero sono i codici estetici della nuova campagna pubblicitaria della SS16. Stai cercando di dar vita a un “nuovo minimalismo”?

Ho voluto che il colore non interferisse con ciò che la scarpa deve comunicare. Per la stessa ragione ho messo quasi totalmente a nudo le mie “Tre Grazie”, Gigi, Joan e Lily. Non a caso il nuovo modello si chiama “Nearly Naked”. Il bianco, il nero e il minimalismo dell’abbigliamento esaltano la silhouette della scarpa in maniera impeccabile. Perché il modello prende vita prima ancora del materiale e del colore. E il miglior modo per dimostrarlo è la semplicità di una bella modella che lo indossi. La professionalità e il gusto eccezionale di un grande fotografo come Mario Testino aggiungono ulteriore valore e bellezza a tutto il concept.

Veicoli la tua estetica attraverso i volti e i corpi di top model a dir poco iconiche. Kate Moss, Giselle Bündchen, Gigi Hadid. Perché donne tra loro così diverse?

C’è un motivo per ciascuna di esse. Quando scelsi Kate Moss avevo disegnato una collezione giovane e cool e volevo qualcuno che si potesse amare od odiare al tempo stesso, una figura sexy e ribelle. Chi meglio di lei avrebbe potuto farlo? Anche Giselle rappresentava esattamente quello che stavamo cercando in quel preciso momento creativo. Ha le migliori gambe che si possano trovare in passerella, non è ribelle, ma femminile, è elegante e intelligente. Praticamente la donna in cui le altre desiderano immedesimarsi. Gigi invece rappresenta un cambiamento radicale. Mi spiego. I social media sono oggi molto importanti per le giovani generazioni che sono le nostre principali consumatrici. Abbiamo voluto quindi mettere in campo una presa di posizione proprio nei loro confronti scegliendo Gigi. Con i suoi venti milioni di followers è una meravigliosa principessa della comunicazione estetica globale di cui non potevamo fare a meno.

Che rapporto hai con l’Italia e, in particolare, con le donne italiane?

Le italiane sono le migliori al mondo. Davvero, sono eccezionali. Amo da sempre l’Italia e non a caso due dei più importanti store Stuart Weitzman al mondo sono lì, in via Sant’Andrea a Milano e in via Condotti a Roma. Chiunque si occupi di creatività nel mondo in qualche modo deve per forza passare dall’Italia, la bellezza è ovunque. 

A cura di Enrico Cammarota