Pop e sbarazzina. La immagina così la propria giovane donna M Missoni, nella primavera 2017.
La collezione Resort M Missoni della linea prêt a porter strizza l’occhio agli anni Ottanta trasportando fino ad oggi l’energia incontenibile del periodo d’oro della creatività, quando tutto era arte e ogni momento perfetto per innovare. Centro nevralgico del mondo, New York e i suoi leggendari club disseminati tra soho, tribeca e il village dove un mood pop faceva vibrare l’atmosfera. Lo stesso che colma di energia, colore e vitalità questi capi riletti attraverso suggestioni inedite e dall’appeal sempre singolare, depositari di un’identità inconfondibile, giocata ancora una volta tra novità e coerenza.
Un glamour fresco, allegro, divertente ma anche sofisticato emerge dall’elaborazione calibrata delle forme che non costringono il corpo ma lo accompagnano attraverso linee elementari e nitide dalla matrice geometrica che mixano conformazioni squared, trapezoidali o a matita.
Capi-spalla, giacche, abiti, gonne, camicie e pantaloni, ogni elemento del guardaroba concorre a comporre look plurimaterici e multicolor che sembrano presi in prestito dalle opere di Roy Lichtenstein. Nelle bluse tagliate con precisione assoluta e negli abiti in organza si ricerca un voluto rigore espresso con il collo su cui si incrociano a fiocco due nastri, anch’essi a rettangolo, oppure a lupetto con le tasche applicate frontalmente.
Un rigore che tuttavia non risulta mai rigido ma al contrario elettrizza nella propria essenza, alternandosi alla morbidezza delle tute e delle gonne che fluttuano leggere, delle maglie con l’ampiezza spostata sul lato posteriore, dell’abito longuette che si allarga sul fondo, in un magico blu lucente privo di maniche e con lo scollo a V.
Geometrie macro tradotte anche nelle fantasie dove a fianco di fori circolari bordati da rivetti metallici, stelle e pois psichedelici non mancano le iconiche righe zig zag del brand che qui mostrano nuove variazioni sul tema. Sulle superfici dei capi appaiono interrotte, contornate, lavorate a vanisé al punto da sembrare ombreggiate, a corposità differenti alternate, con effetto trasparenza/copertura. Una nuova interpretazione volta quasi a simulate quel fulmine di creatività, essenza della decade Eighties. Gli abiti si fanno così tridimensionali grazie anche allo jacquard che lavora a rilievo la tela, il diagonale di cotone o le textures lucide e disegna, sino a renderla astratta, la piantina della grande mela, il suo skyline o la street art, oltre alla M del brand, che diventa anch’essa un fulmine stilizzato.
Il colore, infine, in M Missoni è davvero colore e attingendo da un arcobaleno dalle sfumature infinite mixa ogni tinta con sapienza, accendendola di magia: arancio, azzurro e giallo pastello, rosso ciclamino, lilla, celeste intenso, verde betulla o irish, gesso, grigio chiaro e ovviamente nero. Una primavera a tutta pop art.