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Di Silvia Berri

schermata-2016-09-22-alle-16-33-51“Niente succede per caso” pensa Paola guardando fuori dalla vetrina del suo negozio, in una splendida giornata di settembre. Gli occhi sorridono mentre ripensa al passato, a quella bambina ricca di sogni e speranze che osserva il mondo con entusiasmo, come una storia da scrivere, come un vestito da tessere e confezionare. I tessuti sono come i sogni, pensa: soffici e morbidissimi.

La passione per la moda è sempre stata viva in lei: da piccola amava collezionare Barbie di ogni genere e non si accontentava di giocarci o accatastarle in un angolo della camera, lei voleva renderle uniche. E questo concetto di unicità, di cura individuale, le rimarrà sempre caro, diventando uno dei mantra della propria vita professionale. Quando aveva in mano una Barbie se ne prendeva cura, le acconciava i capelli e sistemava i vestiti (che creava lei appositamente), la rendeva una bambola diversa, più bella e, in un certo senso, più vera. Ancora oggi Paola ha una bellissima collezione di bambole, alcune delle quali sono in mostra proprio nel suo negozio.

L'atelier dei sogniPassano gli anni e Paola non perde quella passione, quella luce abbagliante negli occhi. Il suo sogno è ancora lì, chiuso nel cassetto, ma spinge con irruenza per venire fuori, per esplodere e colorare il mondo.

Ormai Paola è una ragazza, che studia e lavora. Il suo primo incarico è presso uno studio di moda e rappresenta la prima soddisfazione professionale. Perché è quello il suo mondo, tra i tessuti, che come una nuvola possono prendere ogni forma e nascere ogni volta diversi. Ma una voce di bambina dentro di lei le sussurra che non deve fermarsi lì, che la sua idea di moda è talmente forte e unica che deve alzarsi sulle proprie gambe e correre, anzi, prendere il volo.

Inizia così a nascere dentro di lei l’idea di aprire un negozio.

Da quel giorno cominciano lunghe chiacchierate con il padre per convincerlo che quella è la sua strada, che solo aprendo una boutique personale avrebbe potuto esprimere davvero la propria vocazione, la propria essenza. Perché così come da bambina si prendeva cura delle bambole, ora vuole accudire le proprie amiche e future clienti, perché sente la necessità che la moda sia esattamente come lei la intende: non semplice compravendita di merce, ma arte. L’arte di disegnare il vestito giusto sulla persona giusta, di renderla speciale e unica, di farla sentire bella; l’arte di cogliere la personalità e di renderla visibile a tutti. L’arte di dare forma all’anima di ciascuna donna.  

Suo padre capisce che quello di sua figlia è un sogno talmente grande, un’ambizione talmente forte e vera, che non può mettersi contro, ma che deve anzi essere il vento che sostiene le sue ali.

Così Paola, all’età di vent’anni, apre il suo primo negozio, il suo piccolo atelier dei sogni.

L'atelier dei sogniInizia la vita dell’Atelier Paola Aragone, in Via Bergamo 15, nel cuore di Milano, la città della moda. “Nulla accade per caso”.

Ed ecco i primi curiosi affacciarsi all’interno di quella piccola ma affascinante boutique, che accoglie, con la professionalità, la passione e la competenza della stilista, chiunque decida di entrarvi. Perché all’interno non vi è un semplice negozio, ma un luogo incantato, dove chi entra ne esce irrimediabilmente cambiato. Cambiato dentro e cambiato fuori. Paola non si limita infatti a vendere prodotti di grandi marche, omologando così le proprie clienti, ma disegna e produce lei stessa i vestiti. E ogni abito è destinato ad una e una sola persona.

schermata-2016-09-21-alle-16-30-29Le amiche che la vanno a trovare in negozio sono accolte con garbo a bere un tè sulle poltroncine, a mangiare deliziosi biscotti e a raccontarsi, per poi lasciarsi consigliare e “accudire” dalla padrona di casa. Perché Paola ha sempre avuto il dono di saper cogliere la personalità di chi le sta intorno e di renderla visibile. “In qualsiasi donna c’è un lato meraviglioso e nascosto ed è fondamentale riuscire a tirarlo fuori, a farlo splendere, facendo sentire ognuna di loro speciale”. Un pensiero che è più vicino alla filosofia che alla moda, che raccoglie in un lampo quanto l’arte e l’artigianato siano in grado di fare. E le clienti si sentono per davvero speciali, perché capiscono che non vengono semplicemente ben vestite, ma valorizzate.

Paola, nel parlare di moda e con la moda, coglie una sfida non indifferente. Quando ormai ogni forma e colore sembrano aver perso sapore, in un sistema in cui lo sdoganamento del prodotto sembra essere l’unico obiettivo, Paola sceglie di ridar vita alla vera moda andando “fuori moda”, riprendendo così la storia dell’haute couture con il pioniere inglese Charles Frederick Worth, che per primo decise di confezionare i suoi abiti utilizzando come manichini delle piccole bambole per poi mostrarle alle sue fidate clienti.

L'atelier dei sogniTrascorrono alcuni anni e Paola trova una persona al suo fianco capace di aiutarla e sostenerla: l’uomo che sarebbe diventato suo marito si dimostra infatti appassionato come lei di moda  ̶  nel senso più ampio e, come abbiamo visto, filosofico del termine  ̶  e insieme decidono di ampliare il negozio.

Quando il sogno si fa condivisione aumenta esponenzialmente la propria forza.

L'atelier dei sogniEntrambi sono inoltre caratterizzati da un’altra grandissima passione comune: il viaggio.
Per Paola viaggiare è sempre stato importante, qualcosa che ha a che fare da vicino con la sensazione di libertà e di volo che le ha da sempre trasmesso la moda. Non solo: la giovane donna capisce che il viaggio può essere un’occasione per conoscere altri luoghi e altre culture, per rendere le sue collezioni uniche unendo stili, tessuti, sensazioni e influenze provenienti dai diversi angoli del mondo. Decide di acquistare, direttamente in loco, la merce che poi trasformerà in abiti e addirittura alcuni capi, da esportare e trasformare secondo il proprio gusto e le esigenze della clientela.

Il viaggio diventa quindi scoperta, un infinito allargarsi di orizzonti, conoscenze e cultura. E il lavoro non può che trarne beneficio.

L'atelier dei sogniCosì come diceva il couturier Yves Saint Laurent  ̶  “Io non sono un sarto, ma un fabbricante di felicità”  ̶  anche Paola sceglie di essere una tessitrice di piaceri. Inizia così a viaggiare, a lasciarsi ispirare dai colori e dai profumi delle città orientali, dalla delicatezza dei tessuti indiani, dalle nuance decise dell’Africa fino a raggiungere il lusso e l’eleganza degli Emirati Arabi: tutto è ispirazione, basta solo accorgersene al momento giusto.

Comincia così a creare le cruise collection, adatte a donne sofisticate che amano viaggiare, senza i limiti spazio temporali legati alle stagioni e senza rinunciare alla loro femminilità.

Con il passare degli anni, Paola decide di ampliare gli orizzonti e l’influenza del proprio negozio, partecipando a importanti eventi e fiere di settore, tra cui la celebre “Milano veste moda”.

L'atelier dei sogniConsapevole della propria identità, decide di distribuire il proprio prodotto anche ad altri negozi, esportando il suo modo di intendere la moda. È il definitivo salto di qualità, la consacrazione di un’attività che negli anni si è allargata e consolidata. Non in termini assoluti, perché l’obiettivo non è raggiungere la diffusione su larga scala, ma allargare la propria cerchia di clienti, che possano così appassionarsi al suo modo di intendere la moda.

L'atelier dei sogniPer Paola la comunicazione è sempre stata un punto cardine del proprio lavoro. Parlare con amiche e clienti non è soltanto qualcosa che ha a che fare con l’umanità, con il passatempo, ma è un atto quasi magico di apertura, un incantesimo attraverso cui cogliere la bellezza di ognuno e renderla vera, concreta e manifesta.

Per le clienti più importanti e affezionate, Paola svolge inoltre un’attività unica: si reca a casa loro e, aprendone gli armadi, ne divide i capi per colore, tipologia, e crea gli abbinamenti secondo il proprio inconfondibile gusto. Infine, con una Polaroid – oggi anche un iPad, fotografa i capi così abbinati, lasciando in questo modo una testimonianza concreta al cliente, che può a questo punto appendere le fotografie all’interno dell’armadio, come ricordo e utile supporto futuro.

L'atelier dei sogniL'atelier dei sogniMa le attività speciali che Paola riserva alle sue clienti non si fermano qui. Due volte all’anno, organizza party unici ed esclusivi, dedicati alle sue più fidate clienti. Durante queste feste, che si svolgono rigorosamente all’interno della boutique, vengono invitati musicisti, cartomanti, poeti e attori, con l’obiettivo di rendere unici questi eventi. Per chi ha la fortuna di farne parte è come entrare in una favola, in un breve sogno, che è la massima espressione della sensibilità e della fantasia di Paola. Sembra così di tornare indietro nel tempo, quando il ben vestire, l’arte sartoriale d’eccellenza, andava ad affiancarsi ad altre forme d’arte.

L'atelier dei sogniNegli anni il mondo è cambiato e Paola è rimasta al passo coi tempi. Ha capito che la moda è soprattutto condivisione, è fascinazione che si espande, è un linguaggio unico e universale. Non ci sono limiti, non ci sono nazioni.

L'atelier dei sogni

E internet è stata una molla potentissima anche, e soprattutto, per la moda. Sapersi far conoscere, usare il giusto tono e il corretto linguaggio, sono strumenti eccezionali di diffusione della propria cultura e della propria arte.

Paola, per sua personalissima scelta, non ha mai voluto un sito personale, ma negli ultimi anni si è aperta al mondo dei social network. Instagram e Facebook sono i canali privilegiati da chi, come lei, ha la forza e la voglia di condividere una passione. Ancor di più se quella passione coincide con il lavoro.

L'atelier dei sogniL’utilizzo degli hashtag, le fotografie, la condivisione dei post, il passaparola virtuale: sono tutte componenti di un mondo che si espande, di una rete infinita che porta nel mondo, come un vento inarrestabile, prodotti, oggetti, arte. Così l’Atelier Paola Aragone ha allargato nuovamente i propri orizzonti, raggiungendo tutti coloro che, attraverso la ricerca, siano venuti a sua conoscenza.

L’aspetto fotografico è fondamentale: ogni volta che una cliente entra nel negozio e si prova un vestito e quando infine ha trovato quello perfetto per sé, viene fotografata e immortalata con addosso l’abito scelto appositamente per lei e quella foto diventa immediatamente un simbolo, un’icona di quello che Paola vuole dal suo lavoro: il sorriso del cliente, in primis, e poi la bellezza che emana dall’anima e che si materializza attraverso i tessuti. Questa è una politica unica, che rende speciale la visita all’atelier.

Il termine fotografia significa “scrivere con la luce” ed è lo strumento che al meglio riesce ad esaltare la realtà: non solo, infatti, la fissa in eterno, ma ne è in qualche modo una trasposizione poetica. Talvolta è esattamente come una poesia. E questo aspetto è sicuramente vicino alla sensibilità che la stilista possiede e che vuole trasmettere. Quando, su Facebook come su Instagram, pubblica la foto di una cliente felice e bellissima, e lo fa ogni giorno, sta dicendo al mondo che in quell’atelier possono accadere cose magiche, che la moda è prima di tutto gioia e condivisione. Che se anche tu che stai guardando quella foto senti di avere bisogno di quel sorriso, non ti basta che bussare alla porta di quel negozio.

Quella di Paola è dunque una strategia nuova, al passo con i tempi, che unisce una sana pubblicità alla felicità delle clienti.

“Niente succede per caso” ripensa Paola guardando fuori dal suo negozio. I preparativi della festa sono ormai ultimati e i primi artisti sono giunti in negozio. Sono ormai quasi le 17, l’ora in cui la festa avrà inizio e che fino alle 22 condurrà gli invitati in un mondo incantato.

schermata-2016-09-22-alle-14-57-09Improvvisamente una bambina appare fuori dalla vetrina, con in mano una bambola e addosso un bellissimo vestitino color verde acqua. I piccoli occhietti blu fissano l’interno del negozio, con un misto di stupore ed eccitazione, la bocca spalancata. Qualcosa in quegli occhi brilla di una nuova luce, come una folgore. Paola guarda quella bambina, le fa un occhiolino e in un momento di rivelazione rivede se stessa, quando da piccolina giocava a vestire e curare le Barbie. Un sorriso si disegna sul suo volto, mentre la bambina, contenta, si allontana. Il sogno di una vita è ormai realizzato, è ora di far sognare gli altri. E così pensando, si allontana dalla vetrina, in attesa dell’arrivo delle sue prossime clienti.