Eleventy apre una nuova boutique a Porto Cervo, nella suggestiva Sottopiazza delle Chiacchiere.
Giochi illusori di percezioni specchiate e cromie contrastanti per uno spazio dallo stile intimo e sofisticato. Eleventy pensa così la nuova boutique di Porto Cervo, progettata assieme a P+F Architetti. Si tratta di un piccolo gioiellino di sessanta metri quadri che al suo interno sfrutta la differenziazione cromatica per dividere le collezioni – uomo, donna e accessori – negli spazi espositivi: i colori della parte centrale sono chiari e caratterizzano l’area del pavimento, in resina, delle pareti, e del soffitto, arricchiti da stucchi che ricreano l’effetto dei tipici soffitti ad incannucciato di un tempo.
Tanti i giochi di luce, conferiscono anche un effetto tridimensionale e vibrante ma soprattutto che richiama quella dimensione “genius loci”, classica del loco. Mentre la parte laterale della boutique è inceve pensata secondo sfumature scure e profonde, alle quali si accostano anche i dettagli in ottone e le lampade vintage, disegnate da Aldo Parisotto.
Marco Baldassari e Paolo Zuntini, rispettivamente il direttore creativo delle linee uomo il primo e della donna il secondo, commentano così la nuova apertura, che per inciso arriva ad essere il diciannovesimo monomarca di Eleventy: “L’apertura a Porto Cervo e a Cannes rientrano in programma strategico di internazionalizzazione, che vede la presenza diretta del Brand anche in alcuni luoghi chiave associati ad un turismo esclusivo straniero”.
Quella di Eleventy è una visione della moda totalmente Made in Italy che vanta la collaborazione, in outsourcing, di ben novantaquattro micro imprese dislocate sul territorio nazionale che aggiungono i valori della qualità e dell’eccellenza artigianale. Oltre ad una filosofia incentrata sull’eco e sulla responsabilità che, cercando di ridurre i consumi della produzione, punta all’impatto zero. Stilisticamente incentrata sullo studio e la ricerca del tessile, strizza l’occhio ai dettami casual chic contemporanei, abbatte pian piano l’ideale errato che spesso fa accostare i prodotti della moda etica ad un puro e banale prodotto basic, che qui invece si arricchisce di charme.