Fausto Puglisi torna in scena. E’ con il Festival Puccini di Torre del Lago, uno degli eventi più attesi dai melomani, ma anche di turisti che soggiornano pigri nella verdeggiante Toscana, che lo stylist dà prova nuovamente del suo estro.
Lo fa in uno dei festival più importanti d’Italia: l’unico Festival al mondo dedicato al compositore Giacomo Puccini che si svolge ogni estate, nei mesi di luglio e agosto, proprio nei luoghi che ispirarono al maestro Puccini le sue immortali melodie.
Il cartellone del 63° Festival Puccini in programma dal 14 luglio propone la messa in scena di 5 titoli pucciniani: Turandot, La Bohème, Tosca, la Rondine e Madama Butterfly.
Turandot è uno dei titoli d’opera più popolari al mondo e tra i più amati dal pubblico del Festival Puccini. La Fondazione Festival Pucciniano propone per questa edizione un nuovo allestimento con un’ambientazione scenica contemporanea, ma in cui non mancheranno i riferimenti a quella Cina di Mò-Lì-Huã, – la melodia del -gelsomino che Puccini ricavò da un carillon cinese – in cui è ambientata la favola della Principessa Turandot.
L’opera sarà diretta dal Maestro Alberto Veronesi e con la regia di Alfonso Signorini, qui in una nuova veste creativa, che concretizza la sua innata e immensa passione per la musica classica e l’opera, mentre i costumi saranno realizzati proprio da Fausto Puglisi in collaborazione con Leila Fteita, costumista e scenografa di grande esperienza nel mondo del teatro lirico, di lei apprezzati i costumi realizzati per Madama Butterfly che ha inaugurato nel 2016 la nuova Stagione del Teatro alla Scala.
“Il nome di Puglisi è stato il primo che ho pensato appena ho avuto l’incarico di curare la regia: la sua visione rock ed estrema incarna perfettamente lo spirito controverso, enigmatico e profondamente contemporaneo di questa opera che per me ha un grandissimo valore personale” afferma Alfonso Signorini.
Irruenza, visione esplosiva, ossessione per i dettagli, italianità, autenticità. Questi sono i tratti distintivi di Fausto Puglisi che si realizzano attraverso una sintesi tra estetica italiana e americana, assorbendo i tratti dell’eleganza borghese siciliana e l’idea americana d’inclusione popolare, il disordine decorativista italiano e il continuo flow della cultura pop.
“Sono abituato da sempre a creare abiti per il palcoscenico collaborando con rockstar da Michael Jackson e Whitney Houston, da Beyoncè a Madonna” dichiara Fausto durante la presentazione del progetto alla stampa “ma è la prima volta che mi avvicino al Teatro dell’Opera e sono felice di poter collaborare con Alfonso Signorini e Leila Fteita dei quali ammiro l’immenso talento e la cultura. Sono pronto a misurarmi con questo progetto con il consueto entusiasmo e con tanta emozione“.
Perché il fascino di quest’opera è proprio questo: sposare tradizione e innovazione, quest’ultima rappresentata nel codice primario che è ormai divenuta segno distintivo della produzione di Fausto, ossia l’esplorazione della sacralità e il potere assoluto del femminile attraverso un rito di vestizione pagano.