Cantante, attrice, produttrice e filantropa, amata dai millennials e non solo, Selena Gomez conquista anche Coach. La casa di moda newyorkese la sceglie come volto della campagna Autunno Inverno 2017.
Selena Gomez col suo spirito ribelle ed allo stesso tempo romantico, rispecchia bene l’american dream di un’intera e nuova generazione che, con orgoglio e duro lavoro, anche un po’ distante da quello che è un eccessivo massmedialismo, simboleggia ed interpreta il concetto di Coach, intriso della libertà di una donna artefice del proprio destino. È così che tra le pause di un viaggio on the road, Steven Meisel, costruisce la storia di un racconto autunnale, sincero. Davanti al suo obiettivo, a bordo di una Vintage Plymouth Fury del 1976, la Coach girl è pronta a partire per un viaggio in auto, ma soprattutto è pronta a cogliere le infinite possibilità che offre la strada. Protagoniste al suo fianco, oltre ad una mini serie di tre cortometraggi, ci sono le borse di punta della collezione Fall 2017: la Rogue emblema del sognatore libero e ribelle, è una tote bag in pelle dal carattere intrecciato, la Swagger, un modello crossbody in cuoio e pelle, nata rielaborando i disegni d’archivio e la Edie capiente, lucida e a più scomparti.
Con le nuove immagini della campagna scattata da Steven Meisel per Coach, il fil rouge è dunque lo stesso con cui Stuart Vevers, il direttore creativo del brand, ha concepito la collezione: la libertà d’espressione è il garante dell’individualità di cui la Gomez ne diviene madrina. Immagini di un racconto che diventano un tutt’uno con la visione di Vevers, fondata sulla tematica della celebrazione della vita all’aperto, ma ancor di più di un intenso miscuglio di caratteri opposti e conviviali, si va dalle culture delle praterie all’incursione nell’hip-hop. Personali punti di vista che Vevers ha chiarito bene con gli abiti presentati durante la scorsa edizione della New York Fashion Week, mandando in passerella look contrastanti, dove le applicazioni floreali più quelle di romantici uccellini, si sono indissolubilmente legate alla reinterpretazione dello stile biker. Sembra così che il direttore creativo, sconcertato dalle nuove e allora recentissime questioni della diversità umana, piuttosto che costruire muri, ne volesse celebrare il loro legame.