Milano 24 settembre, Teatro alla Scala: “Bravo, Bravissimo, Fortunatissimo”, quando le note de Il Barbiere di Siviglia, danno l’incipit alla serata, probabilmente, non poteva andar meglio. Abito blu decorato da un polpo, soprabito sfrangiato laserato ad onde ed un effetto cromatico ottenuto dal guscio di molluschi, reti da pesca e plastica recuperata dal mare. La modella di Tiziano Guardini veste gli abiti eco di una metaforica musa marina che approda sulla terra ferma e si fa scudo protettore dell’ambiente.
Son questi gli ingredienti che il designer romano, ha confezionato per la platea stellare del Green Carpet Fashion Award 2017 Italia, più un’audace cappellino che almeno per estro, sembra uscire da un baule di Elsa Schiaparelli. L’entusiasmo non poteva che essere contagioso, Guardini salta letteralmente dalla poltrona non appena Naomi Campbell, pronuncia con quel suo timbro ammaliante, il nome dello stilista che si è aggiudicato il “Franca Sozzani GCC Emerging Designer of the Year”.
La prima volta che l’ho incontrato a Roma, al “Di che ti occupi?” mi risponde “Abiti scultura” da lì, guardando le sue opere, mi si è aperto un mondo fatto di cortecce, rafia, liquirizia e bamboo, proprio come gli abiti che ha esposto ai Mercati di Traiano nella Capitale o quelli al Chelsea Market di New York. Un percorso che si è presentato sicuramente tutto in salita, la prima problematica, quella di far capire al pubblico cosa e come può essere indossata una creazione ecologica, realizzata magari con la sua seta non violenta. Far entrare chi compra nell’ottica che un prodotto ecologico, non è mero basic.
Un gala fortemente voluto da Livia Firth, la fondatrice di Eco-Age, per la moda non solo di domani, ma a partire da oggi. Un augurio per le nuove leve: ecologico si può, anche nella moda. Sono anni che se ne parla, tanti gli interventi delle maison che pian piano hanno rivisto i loro metodi e i loro prodotti, tanti anche gli interventi a sostegno dell’ambiente e della salvaguardia che rendono unici ed anche più sicuro il nostro Made in Italy.
Una speciale selezione di talenti e designer che durante la settimana della moda milanese hanno proposto le loro creazioni ecologiche, non puntando solo sull’abito ,ma come tanti esempi di brand affermatissimi, hanno dimostrato creatività e sono stati premiati ieri sera. Tra gli altri nella filiera della produzione Brunello Cucinelli, l’arte e l’artigianalità a Valentino, con Pierpaolo Piccoli ed il suo esercito schierato di sarte rigorosamente in camice, indossato affettuosamente anche da lui. L’impegno sociale a Gisele Bundchen, mentre la Wintour premia un esilarante Tom Ford. Orage Fiber ed i suoi tessuti realizzati dagli scarti delle arance. Riceve un riconoscimento finale lo strepitoso quartetto che segna non solo il cambiamento epocale dello stile, ma anche il loro essere guardiani della moda, e dei numeri: Giorgio Armani, Miuccia Prada, Pierpaolo Piccioli e Alessandro Michele.
Dopo anni, almeno quindici, che si parla e si fa, senza non pochi problemi a partire dai costi, la moda etica, ecologica, green, chiamatela come volete, è stata la protagonista di quest’ultima Fashion Week grazie all’impegno di Carlo Capasa ed ovviamente Camera della Moda, a Livia Firth e la sua Eco-Age, ICE, il Ministero per lo Sviluppo Economico e il Comune di Milano, che hanno collaborato per far sì che tra i talenti selezionati sin da luglio, durante l’Haute Couture di Parigi , si potesse giungere ai 5 finalisti della finale di ieri, con l’augurio per tutte le nuove leve di pensare ad una visione della moda compatibile con l’ambiente che ci ospita ed un augurio anche per le iconiche maison, di riadattare e ripensare il proprio sistema. Mentre con Guardini il prossimo appuntamento è fissato a febbraio 2018, sempre a Milano Fashion Week, ma con una passerella tutta sua.