Pensando a Gassman e Mastroianni, Gianvito Rossi realizza la prima collezione uomo. Il giusto mix inclusivo di qualità artigianale e contenuto moda, per pezzi contemporanei che piacciono anche ai più giovani.
Gianvito Rossi si avvicina al mondo maschile per coprire una fetta di mercato che probabilmente mancava e sicuramente anche per avvicinare di più le sue donne ai loro uomini. Una prima incursione nel mondo del menswear, Rossi, l’aveva già sfatata l’anno scorso, quando anche lui, nel momento di pieno boom creativo, fu pervaso dall’irresistibile voglia di creare una sneaker. Adesso invece dedica un’intera proposta dove spuntano modelli artigianali, eleganti ma non troppo formali, dal giusto compromesso tra classicità e moda. Scarpe realizzate secondo la tradizione italiana tra le quali si inseriscono i modelli Oxford, Chelsea Boot e mocassini. A figurare maggiormente è la purezza della linea unita a proporzioni contemporanee, insieme a pellami ovviamente di prima scelta. Modelli di una collezione che guardano allo storico mondo del cinema e alle sue immortali icone. Ribattezzate appunto Vittorio, Marcello e Jane, le scarpe sono intrise, anche per l’immaginario collettivo, di un retrogusto affascinante e stimolante con un’ allure dei signori che son rimasti sempre ben affezionati al pubblico.
Quello di Gianvito Rossi è un mondo da oltre ottanta milioni di euro che segna una costante crescita del 30% annuo e che per il prossimo si prepara a raggiungere il record dei cento milioni. Un incremento dovuto all’accattivante gusto discreto delle sue creazioni che hanno saputo conquistare un mercato fatto anche di giovani, si tratta infatti di collezioni che vanno a cavallo di una filosofia senza tempo e senza età. Stilemi impostati anche per questa men’s collection alla quale vengono dedicate due boutique ad hoc tra Milano e Parigi. Quella meneghina è incastonata nella corte di Palazzo Bagatti Valsecchi, in Via di Santo Spirito, mentre l’altra in rue du Mont Thabor. Entrambe vicinissime agli spazi dedicati alla donna. Ecco dunque che ritorna il tema dell’accostamento dei due universi paralleli, che crescono sotto il simbolo dell’unione.