Stefano Dominella, Presidente della sezione Tessile di Unindustria e AD di Gattinoni Couture, realizza una nuova mostra dal carattere nipponico. Tra kimono e importanti creazioni, gli spazi rinnovati del Castello di Santa Severa ospitano la mostra dal titolo “Giapponizzati. Racconti di un viaggio di moda”, che ripercorre le tappe di una cultura che ha cambiato i connotati dello stile europeo.
Il “giapponismo” è stato uno dei più influenti movimenti che ha profondamente sovvertito le regole della moda e caratterizzato la cultura italiana ed europea dei primi del ‘900. Ora con “Giapponizzati. Racconti di un viaggio di moda”, il curatore Dominella lega insieme il valore dei costumi, della moda e dei commerci sfiorando il racconto di un lungo viaggio iniziato dall’Asia e che ha assunto i caratteri di una vera innovazione dello stile.
Un intero movimento estetico che con i suoi capi ampi e voluminosi, disegnati per l’appunto con una forte impronta orientale, contraddistinti da tessuti rigidi oltre che da imponenti sovrapposizioni e creazioni ispirate ai kimono, ha profondamente influenzato la moda femminile, diventando qualche secolo dopo, il vero mantra del primo Novecento. 49 creazioni provenienti da collezioni private da cui spiccano i grandi nomi della couture italiana e straniera, affiancata dal tipico accostamento delle creazioni dei talenti emergenti, molto cari alla curatela.
Si va dagli abiti di Antonio Marras (Modateca Deanna), Gattinoni, Comme des Garçons (Modateca Deanna), Maurizio Galante, Issey Miyake (Modateca Deanna), Yohji Yamamoto (Modateca Deanna), Alessandra Giannetti, Giovanni Cavagna. Tra i giovani designer spiccano invece Tiziano Guardini premiato di recente al Green Carpet Fashion Awards Italia. Poi il matematico Italo Marseglia, Ivan Donev, Santo Costanzo, Silvia Giovanardi, Tommaso Fux. Diversi i nomi degli artisti che mixano arte e moda come NOH e Dedalus Art. Non mancano gli intrecci col mondo del teatro e allora ecco i costumi provenienti dagli archivi storici del Teatro dell’Opera di Roma e di Annamode Costumes. Autentica e sensazionale tutta la parte che riguarda anche la scenografia, dove alla geta ed ai tessuti del Sol Levante, si accostano le opere delle Geisha-wig e le sculture ispirate ai Manga realizzate dall’artista Federico Paris.
Di solito in ogni favola dove c’è un castello, c’è anche un bella principessa rinchiusa in una torre, ma Dominella guardando indietro di qualche centinaia di anni, coglie una storia davvero preziosa. Non solo il protagonista è un uomo, ma porta con se tutto il fascino di un viaggio iniziato dall’antico oriente nel 1613. Dopo due anni di percorso Hasekura Tsunenaga, il primo samurai-ambasciatore giapponese, convertito al cristianesimo approda nella Capitale per incontrare Papa Paolo V in occasione dell’unica visita diplomatica a cavallo degli anni delle grandi navigazioni. Come alloggio gli fu destinato il Castello di Santa Severa e da quel momento l’allure dell’esotismo giapponese diventa – dalla moda alla letteratura, passando per la musica, il teatro e l’arte – chiave di volta e focale ispirazione per tutta la cultura italiana dell’epoca.
Un’esposizione che nasce sotto l’egida della Regione Lazio e del Presidente Nicola Zingaretti, di LazioCrea e con il contributo dell’Assessorato Formazione, Ricerca, Scuola, Università e Turismo guidato dal Vicepresidente Massimiliano Smeriglio e che sarà ospitata fino al 15 gennaio 2018 presso le sale del Castello di Santa Severa, fresco della recente restaurazione che lo vede oggi nella sua nuova veste di Museo.