L’era millennial,osservata e di grande ispirazione per Maison Margiela conduce a nuovi approdi e nuove immagini .
Nomadie glamuor per una collezione donna l’autunno/ inverno 2018 che osserva il parallelo tra l’immagine dell’eterno vagabondo e la comunità di follower costantemente connessa dell’era tecnologica. Il direttore creativo John Galliano indaga e ritrae una nuova tribù: i neo-digital natives. Traportati dal moderno bisogno primordiale di essere sempre connessi, vagano la realtà virtuale degli apparecchi tecnologici e dei social media, sedotti da curate immagini di glamour. Questa illusione provoca un desiderio di autenticità: artigianale, organico, tattile. Una nuova consapevolezza.
Amalgamando i codici stabiliti nelle recenti collezioni Artisanal, l’idea di nomadic glamour è interpretata attraverso una tecnica di taglio trasmutativo. Il décortiqué – ridurre un capo alla sua struttura essenziale – evolve nel ricordo di un capo all’interno di un altro. L’elegante silhouette di una vestaglia da uomo tagliata asimmetricamente per diventare una mantella nera in feltro. Una classica gonna da ballo in spugna corallo diventa giacca. Attraverso incisioni, una t-shirt color cartone con pieghe pin-tuck evoca il motivo di una giacca safari. Elettrificati da colori sorbetto techno, volumi amplificati e moltiplicati in svariati strati, come nel look vagabondo. Fasciati in spugna, piumini e capitonnage, inguainati in collant di nylon, tenuti insieme dal Velcro. Motivi a raggi X trasferiti su ricami a forma di diamante in materiale trasparente per gli abiti smanicati.
Echeggiando l’idea di reverse dressing, presente in tutta la collezione, il reverse swatching vede materiali normalmente usati nelle fodere o l’imbottiture al posto di tessuti preziosi come il crin. Gonne forgiate da sacchi della spazzatura imbottiti, o sciarpe vintage e abiti sottoveste cuciti da macchinari industriali su lana di cotone e infusa di seta reciclata, appropriate the inappropriate. Ge Ba, un’antica tecnica cinese di assemblare frammenti di indumenti e arredi con la colla di riso, applicata agli abiti smanicati. Un tessuto composto da lana tinta e filata a mano come organza prende forma in un caban oversize.
Tecnica
Il nomadic glamour espresso in tagli, volumi e stratificazioni. Attraverso un processo di trasformazione, la tecnica del décortiqué portata ad una fase successiva, intagliando l’immagine di un capo su un altro. In questa transizione, i capi base del guardaroba cambiano funzione: gonne diventano giacche, maniche diventano sciarpe, seguendo la nozione di appropriate the inappropriate. L’idea della vita per strada espressa attraverso la sovrapposizione di strati di indumenti che si intrecciano e mutano. Il reverse dressing permette lo scambio tra capi tradizionalmente indossati come sopra o sotto. Da qui il reverse swatching, dove materiali di rivestimento o foderatura e tessuti nobili si scambiano di posto, anonimity of the lining. Le cuciture risultano tralasciate, le allacciature rimpiazzate da chiusure a strappo.
Materiali
L’immagine del nomadic glamour evocata in materiali umili come il feltro, la spugna, i sacchi spazzatura, le calze di nylon, il capitonné, imbottiture e Velcro. Ge Ba, l’antico metodo cinese di reutilizzare frammenti di tessuto assemblati con colla di riso, rappresenta un approccio fondamentalmente Artisanal per il riciclo. Organza di feltro tessuta a mano creata dall’artista olandese Claudy Jongstra. Questo metodo di fabbricazione tradizionale é in contrasto col materiale trasparente a stampa a raggi X dell’artista britannica Katerina Jebb e ulteriori tessuti nobili: tweed, bouclé e lane vintage della sartoria maschile, cosi come crin, organza, tulle, satin e pelo di capra. Tessuti completamente opposti si uniscono in capi creati da sciarpe vintage e abiti sottoveste in seta cuciti industrialmente a needle punch su lana di cotone riciclata infusa di seta.
Palette
Concepita come l’incontro tra il look vagabondo e il mondo della più moderna tecnologia, una palette retro-futuristica si esprime in colori techno sorbetto, riflessi nella familiarità dei pastelli metallici delle automobile vintage. Giustapposti a toni di nero, bianco, grigio del guardaroba maschile e le tonalità naturali di feltro, toile e frammenti di tessuti riciclati. Bronzo, giallo corallo, arancio, lillà, verde, pistacchio, blu e blu Klein.
Accessori
Materiale trasparente che si ispira alla stratificazione del look vagabondo. Losanghe tagliate a forma di diamante tenute insieme come un’armatura, in parte gioiello e in parte shift dress. Motivi a raggi x dell’artista britannica Katerina Jebb stampati su materiale trasparente. Una finestra figurativa verso il nostro interiore, la creazione riflette la decostruzione degli strati che compongono la superficie sviluppata attraverso le recenti collezioni con tecniche quali il décortiqué e the memory of. Cuffie cromate, stampate in 3D in composti di resina e assemblate a mano prendono la forma di caschi della realtà virtuale che rimandano a caschetti da biciclette e cuffie per musica vintage.
Dipinti in colori techno sorbetto, ricordano lo scintillio metallico delle automobili vintage. Mollette tech sul corpo disegnate per contenere apparecchi elettronici, che trasmettono in live stream close up della sfilata in atto.
Calzature
La collezione Artisanal donna autunno/inverno 2018 presenta tre nuovi modelli. Intinte nel silicone, decollétés con platform e tacco di 16 centimetri, in rosso, bianco, nero e blu Klein, a volte indossati con calze sempre intinte nel silicone. Scarpe Tabi con platform ricoperte in tessuto stretch dipinto a mano con pittura latex nera, rossa, blu Klein, verde pallido, corallo, azzurro e rosa pallido. Scarpe Tabi con platform metalliche anche in versione Mary Jane o con cinturino alla caviglia, alcune coperte da calze di nylon colorate, altre coperte da calze di nylon colorate dipinte con pittura latex.
Maison Margiela rivela in anteprima il nuovo concetto architettonico
La sfilata Maison Margiela Artisanal FW18 rivela una prima fase della nuova audace identità visiva della sua presenza retail. La scenografia negli atelier al 163 Rue Saint Maur è stata disegnata dallo studio dell’acclamato giovane architetto danese Anne Holtrop in collaborazione con John Galliano. Il progetto si inserisce in un dinamico e significativo sviluppo del brand, anticipando quello che sarà il nuovo design dei flagship store a partire dall’autunno del 2018.
Gli interni echeggiano il linguaggio Artisanal consolidato dal direttore creativo nelle più recenti collezioni. Un’esecuzione che sorprende e meraviglia. L’immagine del movimento del tessuto ispira gli arredi su misura che si relazionano e si adattano all’architettura preesistente. Creati da artigiani del nord Italia, pareti e colonne in gesso si modellano seguendo le costrizioni, si piegano e si inclinano attorno a porte e angoli. Espressione dei codici plastici di Maison Margiela Artisanal, le imperfezioni sulla superficie riflettono la nozione di unconscious glamour e dressing in haste. L’intonaco grezzo, di solito all’interno delle pareti, diventa la parete stessa. Un accenno all’anonimity of the lining, ovvero la tecnica di rivelare la parte interna di un capo d’abbigliamento. Pareti e colonne di gesso preservano il ricordo del tessuto in cui sono state modellate attraverso le imperfezioni sulla superficie, evocando l’aspetto tattile delle toile della couture. Gli oggetti mantengono i toni bianchi naturali del gesso, in onore dell’autenticità propria dell’intonaco e il colore simbolo di Maison Margiela. Seguendo la stessa ispirazione, panche in legno create appositamente per i nuovi negozi sono dipinte in bianco traslucido.
L’opera dell’architetto Anne Holtrop, basato ad Amsterdam, esplora i gesti naturali della creazione dei tessuti, riflettendo anche sui diversi aspetti della coesistenza e dell’organizzazione degli spazi. Nato nel 1977, Holtrop ha studiato all’Accademia di Architettura di Amsterdam, ottenendo la propria licenza nel 2005, e ha cominciato il suo apprendistato con l’artista Krijn de Koning. Completa il Museum Fort Vechten nei Paesi Bassi e il padiglione del Regno del Bahrein a Milano, e poi a Muharraq nel 2015. Holtrop ha uno studio ad Amsterdam e uno a Muharraq nel Bahrein. La sua opera si avvicina molto alle precedenti installazioni delle sfilate Artisanal.
“Nel nostro lavoro con il direttore creativo John Galliano per Maison Margiela, abbiamo esplorato i materiali, le forme e il processo creativo. I codici Artisanal della maison definiscono spesso la plasticità del movimento dei tessuti, creando una nuova identità architettonica. Le tensioni generate rendono il risultato estremamente tattile, sia fisicamente che mentalmente. Sicuramente nuove possibilità possono emergere da queste tensioni.” – Anne Holtrop.
“Sotto la dinamica guida di John Galliano, abbiamo individuato un’innovativa realtà visiva per il nostro retail, manifestazione del futuro della maison e della clientela. Come ogni idea che nasce nella piramide creativa di Maison Margiela, la nuova identità architettonica nasce dai codici sviluppati negli atelier Artisanal al 163 Rue Saint-Maur, per poi ispirare gli altri segmenti del brand. Per questa ragione, sono particolarmente felice di accogliere il défilé nella nostra casa.” Riccardo Bellini, CEO di Maison Margiela.