I lampadari, da ornamento, diventano telecamere che seguono le falcate delle modelle – tutte al loro primo debutto in passerella – al ritmo della colonna sonora realizzata per la sfilata da Plastikman, il musicista anglo-canadese Richie Hawtin. Poi le stampe, vere opere d’arte, create dall’artista Peter de Potter… Quante emozioni alla presentazione della nuova collezione di Prada Spring Summer 2021, durante Milano Fashion Week 2020.
Va in onda la sfilata Prada donna Primavera Estate 2021. L’evento in versione digitale, frutto dell’idea dello studio OMA/AMO ha reso lo spazio personale, intimo, tattile. L’experience racconta il paradossale dialogo tra uomo e tecnologia, che è poi riflesso della realtà.
Il lancio della nuova collezione estiva di Prada durante la Milano Fashion Week segna il debutto dei co-direttori creativi Miuccia Prada e Raf Simons. Collezione che per l’incontro di queste due anime si pone come la prima di una miriade di proposte possibili in cui Prada entra a far parte di un dialogo tra due collaboratori con punti di vista differenti.
Il progetto di collezione, influenzato dal distanziamento sociale, presenta la moda come riflesso e risposta al tempo presente.
La ricerca stilistica esplora l’idea dell’abito-essenza, cioè l’uniforme, sviluppando molteplici e diverse interpretazioni di questo concetto: l’uniforme di Prada, di una comunità, di una rappresentazione visiva di identità, di valori condivisi e accettati, di un modo di pensare.
Gli abiti sono dunque essenziali, raffinati, mirati, senza decorazioni superflue: bluse smanicate, pantaloni dritti, soprabiti in re-nylon industriale realizzati con tecniche sartoriali e completi in felpa.
Sensazionali le opere d’arte create da Peter de Potter, un collaboratore di lunga data di Raf Simons, che esplorano le idee di pensiero e di processo – ritornando nuovamente al rapporto tra informazione, tecnologia e essere umano – ma anche, più in generale, l’idea di pensiero che nasce come monologo interiore e che diventa dialogo e scambio di idee. Sovrapposte alle stampe d’archivio di Prada, utilizzate per interrompere e spezzare le superfici uniformi degli abiti, diventando l’emblema di mondi e discorsi estetici che si incontrano.