Enzo Mari, tra i più grandi designer italiani del Novecento, protagonista proprio in questi giorni in Triennale di una mostra – Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obrist with Francesca Giacomelli – dedicata ai 60 anni di carriera, scompare oggi. Il giorno successivo lo segue anche Lea Vergine, critica d’arte e sua compagna di vita.
“Ciao Enzo. Te ne vai da Gigante”, ha scritto Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, questa mattina sul suo profilo Facebook.
“Mari è un designer industriale, un disegnatore di mobili, un progettista di mostre, un artista, un autore di manifesti, un polemista celebre per le sue sfuriate contro il mondo del design“. A tracciare questo ritratto del poliedrico progettista, con cui la Triennale di Milano e il Museo del Design Italiano portano avanti il percorso focalizzato sui Maestri del design — avviato con Mario Bellini, Osvaldo Borsani, Achille Castiglioni, Ettore Sottsass e in procinto di proseguire con Vico Magistretti —, è Hans Ulrich Obrist. Il direttore artistico delle Serpentine Galleries, a Londra, è infatti curatore dell’attesa monografica al via dal 17 ottobre
Hans Ulrich Obrist definiva Mari un “Leonardo contemporaneo” sottolineando la vastità di argomenti, interessi, oggetti e opere con cui ha segnato sin dal Dopoguerra il mondo del made in Italy e della cultura del Novecento.
L’autore di oltre 1500 oggetti realizzati soprattutto da aziende italiane..Mari è noto, tra le altre cose, per aver progettato il vassoio Putrella, la sedia Delfina e il cestino per la carta “In attesa”, il calendario a parete Formosa (Danese); la sedia Tonietta (Zanotta); le pentole Copernico e le posate Piuma (Zani&Zani); lo spremi limoni Squeezer (Alessi) e, tra i più recenti, il portaombrelli Eretteo e l’appendiabiti Togo (Magis). Mari, però, è stato anche un noto e stimato teorico del design: interessato e attivo nei movimenti di avanguardia.Ha vinto cinque volte il Compasso d’Oro (un importante premio del design industriale), l’ultima delle quali, nel 2011, con un riconoscimento alla carriera.
Visitabile fino al 18 aprile 2021, Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obrist with Francesca Giacomelli costituisce un’occasione imperdibile per apprezzare un’ampia selezione dei lavori del progettista, nato a Novara nel 1932. Come infatti ha ricordato Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, Mari ha recentemente dichiarato “la ferma volontà di donare l’intera collezione delle sue opere alla città di Milano, a condizione che per quarant’anni nessuno possa avere accesso al suo Archivio“. Di conseguenza questa retrospettiva “rappresenta insieme un atto dovuto nei confronti di un protagonista assoluto dell’arte e della cultura italiana e internazionale e il risultato condiviso di una sua esplicita richiesta affinché, per un’ultima volta, fosse possibile aver accesso al suo Archivio prima di questo lungo, imposto, oblio“.