Oligos è il circuito del lusso ideato da Alexandra della Porta Rodiani e Luana Cudazzo. Ingloba due obiettivi fondamentali: quello di soddisfare la crescente domanda di esclusività da parte di chi offre servizi e di chi li acquista e quello di fidelizzare una cerchia di clienti che esigono soluzioni inedite, pensate su misura per loro.
Molto spesso alla parola lusso viene associato il concetto di esibizione, ostentazione. Che ne pensate?
Luana Cudazzo. Il lusso non è ostentazione, né esibizione, ma è aspirazione. Il fatto che oggi l’idea del lusso sia accessibile a tutti ci fa perdere il vero significato del lusso. Alexandra Della Porta Rodiani. Dal mio punto di vista il lusso è nei dettagli invisibili, nella ricerca, nell’uso e nella scelta dei materiali, nella storia, e proprio per questo è l’opposto dell’ostentazione. Il lusso è qualcosa di intimo, per sé stessi, per compiacersi e non ha nulla a che fare con la voglia di esibire. Gli status servono per far vedere, per mettersi in evidenza, per darsi sicurezze materiali, il lusso invece è un atto di intimo piacere.
Come è nata l’idea di Oligos?
L.C. Oligos è prima di tutto l’amicizia tra Alexandra e me. Il nostro percorso professionale è diverso e molto simile nello stesso tempo. Diverso perché non abbiamo lavorato nei medesimi settori, ma in ambiti paralleli, confrontandoci sempre con clienti privati o aziende, cercando di rispondere con massima cura alle loro esigenze, anche le più insolite. In questi anni il modo di consumare è cambiato, le attese di certi clienti sono aumentate e c’è un bisogno notevole di esclusività nell’esclusività. Quello che esiste non è più sufficiente, i servizi devono fare un salto qualitativo. La forza di Oligos è la sua trasversalità (non siamo specializzate in un settore) e la fiducia che si è costruita negli anni con i nostri clienti e con i nostri Partners. ADPR. Oligos è un progetto nato dal confronto delle idee di Luana e mie, dalle giornate passate insieme a condividere esperienze, passioni e momenti di vita e di lavoro. Oligos è frutto delle nostre vite vissute e dei nostri sogni.
Quanto la vostra storia personale e professionale ha inciso nell’ideazione e nello sviluppo di Oligos?
L.C. Direi la nostra stessa visione riguardo al mercato dell’ultra lusso. Oligos non è una start-up. Oggi abbiamo deciso di dare un nome e un contenitore a quello che già da anni facevamo ognuna per conto suo, con i nostri clienti. L’incontro casuale con Alexandra ha fatto crescere, con il passare del tempo, questo progetto che abbiamo esteso a tutti i settori dove abbiamo competenze e conoscenze. Siamo entrambe donne decise con uno spirito intraprendente con idee folli!
L’idea di Oligos è quindi andare ben oltre al concetto di esclusività. Sembra un gioco di parole, ma siamo all’esclusività nell’esclusività. Un mondo piccolissimo che estremizza il concetto di elite. L’esclusività si è banalizzata. Oggi serve molto di più. Possiamo parlare di “personalizzazione estrema”. Il concetto si può applicare soltanto se parliamo di una quantità molto limitata di clienti, se no non possiamo sostenere la nostra promessa. La nostra offerta, prodotti o experiences, sarà fatta su misura. Oligos non lavora con modelli già esistenti o cose già fatte “pronte alla
vendita”. La creatività e uno “spirito libero” sono il cuore di Oligos. ADPR. Da parte mia ha inciso moltissimo, da più di trent’anni mi occupo di arte, cinema, moda e lusso in un continuo alternarsi di esperienze, al fianco di grandi personaggi che mi hanno trasmesso la passione per i dettagli, per la ricerca, per la creatività. Ogni lavoro fatto negli anni è in Oligos e con Oligos assume una dimensione nuova ancora più intima ed esclusiva. Per me Oligos è un punto di arrivo in cui sentirmi libera di lavorare solo con chi scelgo e nel modo in cui scelgo.
Quanto la creatività, il saper osare e l’istinto sono importanti nel confezionare una experience capace di sorprendere un cliente?
L.C. Quando una persona ha paura del giudizio dell’altro smette di pensare e attiva naturalmente dei limiti mentali. La nostra forza è la nostra mente “sognatrice” dove non ci chiediamo se è fattibile o no, se piacerà o no o se ci giudicheranno. Il nostro lavoro non è pensato per piacere a tutti dunque siamo spiriti liberi. ADPR. Per sorprendere e conquistare un cliente bisogna prima ascoltare quello che dice, conoscere la sua storia e capire quello che non dice. Leggere i desideri più intimi e soddisfare i sogni che ha, ecco questo è quello che cerchiamo di fare con e per i nostri clienti, sia che siano privati o aziende. La creatività è fondamentale, ma deve avere delle solide basi di cultura e conoscenza del mondo, delle tendenze e dell’esatto momento storico che stiamo vivendo.
Qual è il segreto, o meglio le regole, per arrivare alla fidelizzazione di un cliente?
L.C. Il servizio, il servizio, il servizio e molta empatia! Fare sentire il cliente unico spingendo la personalizzazione all’estremo. Sapere ascoltare e anticipare. C’è una cosa che ripeto da quindici anni: in questo mestiere, bisogna saper essere un “camaleonte”. ADPR. Attenzione, attenzione, ascoltare, ascoltare, leggere i desideri insomma, e proporre qualcosa che per davvero sia stata pensata e creata solo per loro. Le persone che hanno già tutto e che si rivolgono a noi, cercano un oggetto o una esperienza che sia davvero unica e speciale e che li distingua e ne esalti le passioni.
Con il denaro si può avere tutto?
L.C. Assolutamente no. La cultura, l’eleganza, “l’esprit de finesse” non si possono comprare… come tante altre cose. Puoi avere tanto potere d’acquisto, ma se non sai parlare e comportarti, manca la base. ADPR. Sbagliatissimo pensare che il denaro possa comprare tutto. Per quanto mi riguarda noi non scegliamo i clienti in base alla capacità di spesa, ma in base alle richieste che fanno, molte volte ho rifiutato budgets immensi perché non ero interessata al progetto o non volevo avere a che fare con determinate persone. Ho sempre scelto cosa fare e con chi fare cosa, questo uno dei miei lussi. Molto spesso ho anche organizzato gratuitamente eventi per fondazioni coinvolgendo artisti perché credevo nel progetto e me ne facevo garante. I soldi sono necessari ovviamente, ma non comprano né lo stile, né la felicità né tantomeno me. Tuttavia lavorare nel settore del lusso permette di dare lavoro a tantissime persone. Il lusso permette di avere budgets importanti che fanno girare l’economia a ogni livello.
A questi livelli come si riesce a tenere la distinzione tra “bisogno” e “capriccio”?
L.C. Quando si parla di lusso o “extra lusso” penso che tutto sia capriccio. Nessuno ha “bisogno” di guidare una supercar o di avere al polso un orologio costoso. Parliamo piuttosto di desideri personali che ognuno ha a livelli diversi. Una persona può sentirsi felice e soddisfatta con un buon piatto di spaghetti condiviso con amici o con la sua famiglia, un altro avrà bisogno dei salti mortali per sentirsi bene. Siamo tutti diversi, ma i bisogni “fondamentali” sono uguali per tutti. ADPR. Il nostro non è un lavoro dedicato ai bisogni reali, non siamo medici o ricercatrici. In realtà facciamo un lavoro dedicato a chi ha già tutto e per questo, da anni, mi definisco “una domatrice di circo” perché combatto tra capricci, desideri, cambi di idee. Ma il gioco inizia a questo punto: bisogna trovare l’equilibrio e realizzare ciò che il cliente chiede e magari stupirlo andando oltre. Potrei sintetizzare con una frase di Coco Chanel: “Il lusso è una necessità che inizia quando la necessità finisce.”
All’interno del sistema Oligos verrà inserito Oligold. Come nasce l’idea di una valuta digitale riservata?
L.C. L’idea parte dalla stessa base di Oligos, quella di offrire una valuta per un mercato di nicchia. Non vogliamo creare una valuta digitale con la quale si può comprare qualsiasi oggetto. I partners con cui lavoriamo da decenni ci conoscono, ci danno fiducia e questa idea di creare una valuta “ad hoc” ha un senso sia per noi sia per loro o per i nostri clienti. Si potrà scegliere di avere questa valuta sotto forma di carta di credito o di App con un proprio wallet digitale. Il cliente potrà accedere a oggetti fuori mercato o fuori catalogo. L’idea rimane sempre quella della discrezione, dunque non sarà una carta da esibire.ADPR. Oligold sarà una valuta digitale innovativa perché nasce dedicata al mercato del lusso. Avrà le caratteristiche di una Centurion Amex ancora più esclusiva. Oligold avrà una governance chiara e dei partners di fama mondiale e per i clienti stessi sarà una garanzia di serietà.
E poi arriverà Oligos On The Beach…
ADPR. Speriamo nel 2024 di essere in grado di inaugurare il primo Beach Club al mondo privato, dedicato ai proprietari dei mega yacht che su terra vogliono ritrovare la privacy della barca, ma con i servizi e le comodità di un hotel 5 stelle con spiaggia e mare solo per loro. Pochissimi ospiti per un servizio ineccepibile con spiaggia e baia privata in una location da sogno nel Mediterraneo.
Non avete ovviamente un catalogo; i vostri clienti, che sia un experience o un oggetto, non vogliono esibire, ma solo possedere per sé stessi; e per finire, le aziende non vogliono pubblicizzare i desideri che realizzano per clienti così speciali. Insomma, quanto è difficile “comunicare” il vostro lavoro?
L.C. Il “passa parola” è la chiave in questo progetto. La discrezione è fondamentale e la professionalità anche. A questi livelli non ti puoi sbagliare e quello che dici deve essere fatto ADPR. Per la clientela privata una buona parola di un cliente felice ti porta due nuovi potenziali clienti. Infatti abbiamo deciso di non avere pagine sui social dedicate a Oligos, ma solo una pagina Instagram di Luana e mia in cui raccontiamo alcuni momenti della nostra vita e di Oligos, perché alla fine noi siamo Oligos.
In un mondo abituato al “tutto e subito” come si concilia un’attività come la vostra, che per forza di cose deve essere “on” in ogni
momento, con la sfera personale?
L.C. Non sono d’accordo sul fatto che per forza di cose si deve essere “on” in ogni momento. L’equilibro tra la vita privata e la vita professionale è fondamentale e io metto dei limiti. Ci sono dei momenti dove si deve essere presenti, ma non è quello che ci porterà clienti, ma piuttosto la nostra reputazione. Anzi a mio modo di pensare va all’opposto del fatto che si deve essere viste ovunque: “Less is more”, i nostri clienti sanno dove trovarci.ADPR. Sfera personale? Da trent’anni non conosco questa parola… Pur non amando la vita sociale vivo in mezzo alla gente e questo non permette di avere una vita privata normale anzi, ma va bene così, è quello che ho scelto e che tutt’ora voglio e soprattutto che mi piace e appaga. Appena posso sto da sola nei posti che amo, in silenzio, prendendomi cura di me.
Quali sono le vostre passioni?
L.C. Mi piace molto il mondo della gastronomia e del vino. Le mie origini italiane mi hanno resa prima curiosa e poi esperta conoscitrice della cucina, della gastronomia più esclusiva e dei vini, con decennali collaborazioni con i più famosi Chef stellati internazionali e con le più conosciute cantine di vino di cui anche io sono una collezionista appassionata. ADPR. Amo il tennis, lo sci, il mare e le belle auto, l’arte moderna e altre cose che però restano segrete.
Molto semplicemente, quali sono per voi le “cose belle”? Proviamo a fare una top five…
L.C. Essere circondata da libri (non riesco a leggere sul cellulare o il computer). Guidare un’auto d’epoca… mi fa viaggiare nel tempo. Organizzare una cena in casa con amici e/o famiglia con degustazione di vini e cucinare con la musica (questo mi carica di energia). Il mare. Il mio Daytona (il mio “capriccio”…) ADPR. Banalizzo facendo una lista cult per me, perché è la sintesi del mio concetto di bello e lusso. Un Riva Aquarama. Uno shatoosh colore naturale da indossare tutta la vita ovunque come una seconda pelle. Una Birkin color cioccolato, perfetta sempre per sempre. Una Porsche Carrera d’epoca grigia. Le foto che raccontano la mia vita con chi è stato al mio fianco o lo è anche oggi.