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Abbiamo avuto il piacere di conoscere il famoso attore Yamai Tsunao, maestro della scuola Komparu di Noh, la tradizionale arte performativa giapponese che combina l’uso di maschere, movimento e musica. Yamai Tsunao si è esibito come  attore protagonista nello spettacolo performativo giapponese  svoltosi in  occasione della mostra”Jisou. Nel tempo sedimentato di “Tayga Abe” presso la Sala dei Notari di Palazzo Priori a Perugia.

Il Noh è una forma d’arte e di intrattenimento giapponese in cui gli attori si esibiscono con maschere tradizionali, dichiarato patrimonio UNESCO nel 2003 insieme al Kabuki e al Bunraku ed è considerato una delle maggiori arti performative giapponesi.Si tratta di un tipo d’intrattenimento colto e per comprendere fino in fondo le vicende messe in scena, serve una conoscenza profonda di letteratura e religione. Completamente in contrasto con la scena spoglia e spartana, gli attori vestono sgargianti abiti e indossano pittoresche maschere.

La maschera ha una funzione mediatrice e può incarnare entità superiori: Il teatro Noh, col suo ordine di drammi consecutivi, ci propone una visione complessiva della vita. Al contrario del teatro occidentale, dove spesso ci troviamo di fronte a un problema specifico, nel Noh abbiamo una rappresentazione completa dell’esistenza umana.

Nato a Yokohama, Giappone nel 1973, laurea in letteratura conseguita presso l’Università di Kokugakuin, Tsunao Yamai ha studiato con Nobutaka Kombaru (capo della 79a generazione della scuola Komparu), Yasuaki Komparu (capo della 80a generazione della scuola Komparu) e Noriko Tomiyama. Heishirou Umemura, artista della Komparu School of Noh, è il nonno di Yamai.Ha iniziato la prima fase di Noh all’età di 5 anni e il primo ruolo principale di “Shite” all’età di 12 anni. Ha interpretato “Shite” (ruolo principale) in pezzi importanti, tra cui “Midare”, “Shakkyô”, “Mochizuki”, “Dōjōji, “Okina”, “Shozon” e “Ataka”. Tsunao Yamai si dedica alla promozione del Noh e dei “cuori e delle menti giapponesi”, convinto che il Noh sia una delle più grandi forme d’arte del mondo. Presenta spesso spettacoli Noh, seminari e discorsi per principianti e si esibisce nelle scuole per ragazzi in Giappone. Si esibisce a livello internazionale e collabora con artisti diversi.

Leggendo e informandomi sulla scuola Noh, si parla di un’arte tradizionale con una storia antica.Chi l’ha fondata?

La scuola Noh è molto antica, nasce circa 1400 anni fa, arriva dall’Asia, non conosco esattamente il nome del fondatore, è una cultura preesistente che è stata ereditata.

E’ un’arte che combina l’uso di maschere, cultura e danza e ora c’è una connessione con l’arte dello scultore Tayga Abe (specificamente per Perugia in cui sarà in mostra fino al 28 maggio): sono quindi possibili altre combinazioni con altre forme di arte nel futuro?

Sto già avviando altre collaborazioni, ma al momento solo in Giappone, ad ottobre, dove debutterò in una rappresentazione teatrale su Shakespeare. La stessa rappresentazione la porterò in America e in Europa nel 2024, ma sto ancora programmando le date.

Ho letto di valori nuovi che la scuola vuole diffondere, come longevità e felicità. Ce ne potrebbe parlare?

Il valore più importante è la pregheria a Dio, è un rito religioso, spirituale.Il concetto originale non è mai stato cambiato. I valori sono sempre quelli, sono semplicemente rinnovati, sono valori universali di pace, armonia e felicità.

Si parla anche di una nuova generazione di Samurai, cosa s’intende per prossima generazione di Samurai?

Si tratta solo di due periodi diversi: nel periodo Edo c’era una generazione di Samurai, l’altra è iniziata con l’era Meiji, ma c’è una continuità, la nuova generazione ha riscoperto i valori, ma i nuovi Samurai rinnovano, riscoprono e portano avanti i valori dei Samurai come all’origine.

Questo spettacolo intende diffondere dei valori spirituali in tutto il mondo. C’è qualche metafora all’interno della rappresentazione, c’è una storia all’interno dello spettacolo?

Lo spettacolo è una preghiera verso Dio e la maschera è un mezzo per elevarsi a Dio, per connettersi a Dio. Ognuno ha la propria personalità, indossare la maschera vuol dire svuotarsi di tutto quello che un essere umano è per connettersi con il divino.

Cosa ne pensa dello stile di vita occidentale, è molto distante da quello orientale? Cosa andrebbe cambiato dello spirito occidentale?

Conoscendo la cultura occidentale anche noi orientali abbiamo migliorato molti aspetti della nostra vita, ma nella società moderna molti vogliono essere i numeri uno, vogliono essere ricchi, vogliono essere importanti.  L’occidente è arrivato ad un punto in cui a livello materiale le persone vorrebbero avere tutto. Gli occidentali non credono di solito in quello che non è visibile o tangibile, ma sono mentalmente aperti e curiosi di conoscere, quindi c’è speranza.

Le nostre nuove generazioni sono molto aperte alla cultura orientale, attraverso soprattutto i social media ultimamente. Cosa ne pensa dei social media come canale di diffusione di questi messaggi giapponesi?

Il teatro giapponese è veramente difficile da capire, i social media sono uno dei più importanti strumenti per diffondere i messaggi, anche del teatro giapponese. Io sono molto attivo sui social media, è bello quando l’innovazione incontra la tradizione.La tradizione non è relegata solo al passato, ma si riferisce al futuro.

 

 

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