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Al MUDEC, il Museo delle Culture di Milano, si apre il prossimo 13 settembre e andrà avanti fino al 20 ottobre la mostra Guaymallén dell’artista argentina La Chola Poblete, che ha vinto nel 2023 il prestigioso premio internazionale “Artist of the Year” che la Deutsche Bank,  promotrice dell’evento in collaborazione con 24 ORE Cultura, dedica all’arte contemporanea e che è giunto alla sua dodicesima edizione. La mostra è a cura di Britta Färber, Global Head of Art & Culture di Deutsche Bank.

La Chola Poblete, nata nel 1989 a Mendoza (Argentina) è un’artista, performer e attivista per i diritti LGBTQ+: nel suo lavoro  ricorre a differenti campi artistici, dalla scultura alla pittura al disegno alla fotografia ai video arte eseguendo performance. In questo modo La Chola Poblete esplora tematiche quali le ramificazioni dell’Inquisizione, l’eredità della colonizzazione e l’influenza pervasiva del capitalismo globale.

Il progetto espositivo Guaymallén rappresenta un omaggio alle origini indigene e all’identità queer dell’artista: prendendo il nome dalla sua città natale nel nord-ovest dell’Argentina, ai piedi delle Ande, la mostra fonde la vita, l’esperienza e la visione di La Chola Poblete in un racconto profondamente personale e schietto, ricco di bellezza, crudeltà e ribellione.

A questi temi si associa una riflessione più ampia che riguarda la posizione dell’artista nel mondo dell’arte in relazione alla sua identità (trans, indigena) e il ruolo delle istituzioni occidentali nel determinare i canoni di ciò che chiamiamo “arte”, un processo che non è solo un prodotto storico ma dipende attivamente da determinate condizioni ideologiche e post-coloniali.

Guaymallén è una straordinaria “chiesa del disegno”, uno spazio sacro popolato da motivi e simboli religiosi, politici, erotici, pop-culturali e indigeni che si sovrappongono tra loro smantellando gerarchie e ordini prestabiliti. Un ambiente immersivo che narra storie di salvezza, di vergini, martiri e antiche dee attraverso una serie di acquerelli di grandi dimensioni, opere fotografiche e installazioni.

Con questa mostra La Chola Poblete si confronta con il ruolo storico di donne, travestiti e transessuali, espressioni della femminilità che sono state prese di mira o emarginate dalle strutture di potere religiose e patriarcali. A questo si aggiunge una riflessione più ampia che abbraccia la posizione dell’artista nel mondo dell’arte in relazione alla sua identità (trans, indigena) e il ruolo delle istituzioni occidentalinel determinare i canoni di ciò che chiamiamo “arte”, un processo che non è solo un prodotto storico ma dipende attivamente da determinate condizioni ideologiche e post-coloniali.

Per Guaymallén l’artista ha progettato uno spazio che si riferisce allo stile architettonico del barocco andino, ridisegnando gli ambienti di Mudec Photo come una straordinaria “chiesa del disegno” contemporanea, un luogo popolato da motivi e simboli religiosi, politici, erotici, pop-culturali e indigeni che si sovrappongono tra loro creando un ambiente immersivo dove storie di salvezza, vergini, martiri e antiche dee sono filtrate da una lente di auto-emancipazione, di guarigione e di reclamazione sovversiva.