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Dal 20 marzo 2025, uno dei tesori nascosti di Milano riapre finalmente al pubblico: il Labirinto di Arnaldo Pomodoro, un’opera monumentale che fonde arte, mito e memoria in un’esperienza immersiva unica. Situato nei sotterranei dell’Headquarter milanese di FENDI, questo dedalo scultoreo rappresenta una delle creazioni più affascinanti del maestro della scultura contemporanea.

Milano è una città che custodisce i suoi segreti dietro portoni austeri, nelle corti dei palazzi liberty e, come in questo caso, sottoterra. Ma non aspettatevi un classico labirinto da giardino con percorsi simmetrici e siepi ordinate: il Labirinto di Pomodoro è una dimensione artistica a sé stante, un viaggio simbolico che trasforma lo spazio in tempo e il tempo in spazio, come affermava lo stesso artista.

Un ingresso da avventura e un dedalo di significati

L’accesso al labirinto avviene attraverso un portale girevole, che richiama immediatamente l’atmosfera avventurosa di Indiana Jones, suggerendo il carattere enigmatico dell’opera. Da qui, i visitatori si immergono in un percorso scultoreo che sfida la percezione dello spazio, guidandoli tra forme e simboli che sembrano provenire da un’altra epoca.

L’ispirazione principale dell’opera è l’Epopea di Gilgamesh, il più antico poema epico della storia umana (datato circa 2000 a.C.), una narrazione che affronta i grandi temi dell’esistenza: il viaggio, la ricerca dell’immortalità, il confronto con il divino. Ma il labirinto non è solo un omaggio alla mitologia: è anche un archivio di memorie artistiche. Pomodoro ha infatti raccolto al suo interno frammenti e citazioni delle proprie opere precedenti, creando una sorta di fortezza della memoria.

Materia e simboli: un’esperienza sensoriale unica

Attraversando le sale del Labirinto, i visitatori cammineranno su superfici scolpite, ricche di incisioni e segni arcaici che evocano antiche scritture e linguaggi dimenticati. Le opere presenti sono realizzate principalmente in Fiberglass, un materiale che, pur essendo artificiale, restituisce al tatto una sensazione terrosa e primitiva, come se fosse stato plasmato dal tempo e dalla storia. Questa scelta non è casuale: Pomodoro era affascinato dai segni arcaici, dalle tracce lasciate dall’umanità nel corso dei millenni, e questa fascinazione si riflette nelle superfici scolpite del labirinto.

Il restauro e il nuovo sistema di illuminazione

Realizzato nel 1995, il Labirinto di Arnaldo Pomodoro è ospitato nei sotterranei della sede di FENDI a Milano e riapre al pubblico dopo un attento restauro conservativo. Un intervento fondamentale è stato il rinnovamento del sistema di illuminazione, curato da Lisa Marchesi Studio, che ha permesso di esaltare i dettagli delle superfici scultoree e di creare un’atmosfera ancora più suggestiva.

Ma l’esperienza non si limita al labirinto: all’ingresso i visitatori saranno accolti da due opere-costume realizzate da Pomodoro per il teatro, esposte nell’atrio di Solari 35. Si tratta del Costume di Didone (dall’opera teatrale Didone, regina di Cartagine di Christopher Marlowe, 1986) e del Costume di Creonte (da Oedipus Rex di Igor Stravinsky, 1988), che testimoniano il dialogo tra la scultura e il teatro nel percorso artistico di Pomodoro.

Un finale carico di mistero

Il viaggio attraverso il Labirinto si conclude in una sala evocativa, che funge da tomba putativa di Cagliostro, celebre alchimista e avventuriero del XVIII secolo. Questo dettaglio aggiunge un ulteriore strato di mistero ed esoterismoall’esperienza, trasformando la visita in un’esplorazione tra arte, mito e leggenda.

Come visitare il Labirinto di Arnaldo Pomodoro

Dal 20 marzo 2025, il Labirinto sarà accessibile al pubblico esclusivamente su prenotazione. Le visite guidate, della durata di circa 45 minuti, offriranno un’opportunità imperdibile per immergersi in uno dei segreti artistici più affascinanti di Milano. Un viaggio perdersi e ritrovarsi in un luogo che sfida il tempo, la materia e la percezione.