Moncler Genius: l’hub della casa di Grenoble apre la fashion week meneghina con una location sui generis e futurista. Al centro del nuovo mondo ci sono il consumatore, la creatività e l’individualità della scelta che risiede in ognuno di noi. Un evento inaugurale diviso in otto momenti per raccontare il futuro, insieme ad alcuni dei nomi tra i più influenti della moda e celebrities dal calibro di Naomi Campbell, Olivia Palermo e Tina Kunakey. (Da non perdere la gallery).
Centinaia di ospiti per festeggiare gli otto diversi progetti che rappresentano l’unicità di Moncler Genius. Per il marchio guidato da Remo Ruffini, l’unicità deriva da un unico obiettivo, così come le interpretazioni dell’anima di Moncler si originano dal prodotto. La chiave di lettura di ogni progetto è l’iconico piumino che, elaborato singolarmente, converge all’unanimità su un’unica direzione. Moncler Genius legittima l’individualità di ogni consumatore e la pluralità dei loro gusti, considerando la frammentazione come una risorsa.
Ogni progetto di Moncler Genius è identificato da un numero. I numeri non creano una gerarchia, ma si integrano nello stesso insieme all’interno del Building. 1 è l’essenza pura. Pierpaolo Piccioli ha spogliato il classico piumino Moncler per raggiungere la sua forma più chiara, seguendo l’idea che la purezza si raggiunge quando la forma riflette l’essenza. La sua interpretazione della funzionalità ha la forza della couture. 2 è l’accento pop. Rappresentato dalla linea Moncler 1952. I modelli classici vengono reinterpretati con colori pop e macro logo a contrasto. Un omaggio all’anno di nascita del brand e definisce la naturale evoluzione di oltre 65 anni di storia basati su ricerca tecnologica e creativa. 3 è lo stile multiforme, protagonista Moncler Grenoble. Stampe e tessuti, insoliti per il mondo della montagna assumono qualità tecniche performanti, mantenendo intatta l’eleganza. 4 è la femminilità pragmatica. Qui Simone Rocha aveva in mente immagini di audaci scalatrici di epoca vittoriana in sottoveste mentre concepiva la sua idea creativa. Ha lavorato su sagome voluminose e proporzioni decostruite fondendo il gusto per l’ornamento con la performance qualitativa di Moncler. 5 è Il vestire come habitat naturale. Craig Green ha concepito prodotti in grado di riscrivere il dialogo tra i capi e il corpo, ciò che si indossa e l’habitat. Ispirato da considerazioni funzionali, le ha successivamente espresse sotto forma astratta senza però sacrificare un rigoroso bisogno di pragmatismo. 6 è la geometria indossata. Kei Ninomiya, attraverso il proprio brand Noir, progetta silhouette di impatto moltiplicando moduli in geometrie da indossare. Per la prima volta applica la sua meticolosa artigianalità al piumino, trasformandolo anche in una maglia. 7 è la sottigliezza culturale metropolitana. Hiroshi Fujiwara, fomentatore culturale e infiltrato pop, ha fatto proprio il piumino Moncler e con il suo modo personale di modificare in maniera sottile i capi ne ha rafforzato il cult-status. 8 è la comunicazione virale. Palm Angel riduce all’essenza il piumino, e lo rende definibile con slogan e loghi per diffondere il messaggio in maniera virale attraverso un esercizio di merchandising che si traduce in un gift shop.