Posh ha raggiunto Joseph Altuzarra. Scopri l’intervista completa sul nostro luxury magazine in edicola.
Abiti versatili e linee passionali. Iconografie classiche e forme ad alto tasso di seduttività. La brand identity che lo stilista Joseph Altuzarra ha concepito per il proprio, omonimo, brand, è un ibrido contemporaneo di “wearable” ed “editorial” che affascina le donne e conquista i buyer.
Con influenze che derivano dalla moda classica parigina e dall’energia newyorchese in continua evoluzione, Altuzarra è un brand di moda che combina la praticità al lusso.
Il giovane stilista, Joseph Altuzarra nasce nel 1984 a Parigi da madre cinese con origini americane e padre basco-francese. Durante la sua adolescenza, frequenta lezioni di danza classica e musica al Conservatorio Erik Satie. Raggiunta la maggiore età, si trasferisce negli Stati Uniti per studiare storia dell’arte in Pennsylvania, allo Swarthmore College.
I primi cenni d’interesse alla moda giungono nel momento in cui si occupa di una ricerca sul legame tra fashion advertising e iconografia classica, nello specifico analizzando l’influenza di Henri de Toulouse-Lautrec sulla campagna pubblicitaria del profumo Opium di Yves Saint Laurent.
L’educazione multiculturale e lo spiccato interesse verso la cultura francese, l’arte, il balletto e il cinema ne influenzeranno in modo evidente la carriera creativa. Diplomatosi nel 2004, decide di mandare il proprio curriculum a Marc Jacobs, che gli consente di assicurarsi uno stage presso la maison. Durante lo stage riesce inoltre a ottenere un posto come designer freelance per Proenza Schouler, lavorando a stretto contatto con il modellista Nicolas Caito, che gli permette di perfezionare allo stesso tempo tecnica e disciplina.
Nel 2006 il designer viene ingaggiato da Givenchy e si trasferisce a Parigi come assistente di Riccardo Tisci: inizia così un periodo di duro lavoro e allenamento essenziale per gli sviluppi futuri.
Dopo due anni decide di lanciare la propria linea di prêt-à-porter di soli 15 pezzi, che debutta a New York nel 2008, anno di grave recessione economica, e viene inizialmente esposta in uno showroom improvvisato nel soggiorno di casa. Nonostante la situazione finanziaria, tra i luxury retailer, che per primi dimostrano il proprio interesse nei confronti del brand, troviamo nomi autorevoli quali Ikram di Chicago, Barneys di New York e Dover Street Market di Londra. Il designer comincia così a farsi conoscere dagli addetti al settore attraverso la collezione SS/2010, incredibilmente curata, grazie alla quale ottiene l’approvazione di editor, critici e buyer.
«Lo show fu definito “Great, confident performance” da Vogue, perché le ispirazioni di quella passerella guardavano alla moda degli anni ‘40 e ‘80. Desideravo mixare giacche su misura da giorno con abiti attillati e increspati di ruches e jabot. In particolare avevo creato un abito in seta indossato con stivali cuissard che combinava perfettamente sensualità e forza e che rappresentava il moodboard dell’intera collezione».