Miwa Komatsu nata a Nagano in Giappone, classe 1984, eletta ambasciatrice per la pace da Maison Dior e in esposizione con la collettiva “Diversity for Peace” realizzata per la 58esima Biennale d’Arte della Laguna, rappresenta la nuova generazione degli artisti contemporanei che tramite la performance esprimono la loro essenza.
In occasione della sua nomina alla 76esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nella sezione Virtual Reality con il docu film animato, realizzato con la sua opera Inori (Preghiera), Miwa ha messo in programma una elettrizzante, emotiva e sorprendente performance live al Lazzaretto Vecchio. Un luogo simbolico che ben si lega alla sperimentazione artistica e spirituale dell’artista.
Miwa Komatsu ha fatto del credo, della spiritualità, della tradizione e dei simbolismi il motore della sua arte. Amante della natura e delle figure mitologiche che la caratterizzano. Delle connessioni tra l’essere umano e le anime che compongono il cosmo. Della meditazione, lo strumento che le consente di abbattere i limiti dell’immaginazione e di entrare in relazione con le energie che pervadono l’universo… “Nei miei dipinti ci sono sempre delle figure che rappresentano spiriti divini e creature antiche che nella cultura giapponese vengono pregati per la pace delle famiglie e delle persone care. La nostra cultura ci insegna ad apprezzare tutto quello che ci viene messo a disposizione partendo dalla vita stessa, agli oggetti materiali che possediamo, alle esperienze che ci vengono concesse. Io vivo di connessioni con tutto ciò che mi circonda”.
La performance realizzata al Lazzaretto Vecchio, un tempo luogo riservato agli appestati, ha coinciso con la creazione di un’opera d’arte che non solo ha messo in luce i legami simbolici tra Venezia e il Giappone, protagonisti infatti un leone e un dragone, l’uno protettore degli dei e l’altro traghettatore delle anime che una volta lasciato il corpo umano raggiungono l’universo, ma per Miwa ha rappresentato una delle performance tra le più sentite ed emotivamente coinvolgenti… “La prima volta che ho visitato Venezia ho percepito la presenza di un angelo nel cielo. Questa presenza si è ripalesata mentre stavo realizzando l’opera. Era lo spirito di un giovane ragazzo che aveva abitato il Lazzaretto, ho sentito la sua voce e questa mi ha accompagnato nella realizzazione del dipinto”.
In attesa di vederla a Milano ospite di uno dei più importanti musei d’arte contemporanea, ecco alcuni momenti della sua performance a Venezia.