È davvero possibile pensare a un’industria come quella della moda che evita sprechi, si impegna nella sostenibilità al 100% e include anzi che tagliare fuori? In un mondo che inizia a vedere i danni causati dall’incuria dell’uomo probabilmente, anzi, è sicuro debbano essere messe in campo soluzioni alternative.
Se per anni il dibattito sulla pelliccia ha accesso gli animi, ora, causa Covid, si comincia a parlare di riorganizzare un intero sistema produttivo. L’industria deve essere più sana, più lenta, più inclusiva, più equa. Del resto siamo in debito col pianeta e l’annuale Overshoot Day – il giorno in cui la Terra esaurisce le risorse naturali che è in grado di ricreare in un anno – ce lo ricorda. Pian piano anche noi consumatori cominciamo a cambiare le nostre abitudini di accesso al consumo. Siamo sempre più digitalizzati e questo ci permette non solo di acquistare online ma anche di essere più informati e coscienti del prodotto che stiamo acquistando.
Tra le numerose proposte per un “new deal” del fashion, Tommy Hilfiger scende in campo lanciando un nuovo progetto pluriennale in grado di rivedere il suo sistema di fare abiti e mercato: “Make it Possible”.
Da sempre attento al mondo che lo circonda, già in passato il marchio ha dato vita a iniziative come Tommy Hilfiger Adaptive, progettato per rendere più facile vestirsi per adulti e bambini con disabilità, e il Tommy Hilfiger Fashion Frontier Challenge, un programma globale volto a sostenere le imprese in fase di avvio e di scale-up, che sviluppano soluzioni che promuovono un cambiamento inclusivo e positivo nella moda. Più recentemente Tommy Hilfiger ha lanciato il People’s Place Program per promuovere la rappresentazione delle comunità nere, indigene e delle persone di colore (BIPOC) all’interno delle industrie della moda e della creatività.
Nuova era, nuovi obiettivi e strategie. Tommy Hilfiger lancia “Make it Possible” il progetto inclusivo che mira a non sprecare nulla.
Zero sprechi! Si basano su questa filosofia il progetto e la strategia davvero ambiziosi messi in campo da uno dei lifestyle brand americani tra i più iconici del preppy style.
Con “Make it Possible”, Tommy Hilfiger si impegna a raggiungere – entro il 2030 – 24 coraggiosi obiettivi incentrati sull’ economia circolare e l’inclusività, suddivisi in 4 grandi pilastri:
- Circle Round: fare in modo che ogni prodotto segua i criteri della circolarità e sia parte di un ciclo completamente sostenibile.
- Made for Life: agire con sensibilità in ogni parte del globo, da ciò che compriamo a dove vendiamo.
- Everyone Welcome: essere un brand che crea pensando ad ogni fan di TOMMY – sempre inclusivo, accessibile a tutti.
- Opportunity for All: Creare pari accesso alle opportunità – non ci sono barriere per il successo in Tommy Hilfiger.
La missione di Tommy Hilfiger si basa sulla strategia PVH Fashion Forward, una serie di 15 priorità progettate per ridurre gli sprechi, aumentare gli impatti positivi e promuovere la diversità e l’inclusione lungo l’intera catena del valore.
“Ho aperto il mio primo negozio, il People’s Place, nel 1969 nella mia città natale, Elmira, per permettere a persone di ogni estrazione di riunirsi e condividere esperienze entusiasmanti di cultura pop”, ha dichiarato Tommy Hilfiger. “Come il nostro brand si è evoluto negli anni, spinto da questo spirito inclusivo, così si è evoluto anche il nostro impegno per la sostenibilità sociale e ambientale. Con Make it Possible andremo ancora più lontano con il nostro impegno. Stiamo lavorando alla nostra visione con l’intera azienda concentrata su di essa e, anche se non ci siamo ancora arrivati, ci arriveremo”.
“In questi tempi di crisi sanitaria, umanitaria, ambientale ed economica, condividiamo la responsabilità di trovare soluzioni innovative che incoraggino l’inclusione e costruiscano un futuro più circolare”, ha dichiarato Martijn Hagman, CEO, Tommy Hilfiger Global e PVH Europe. “È nella nostra natura guidare il cambiamento, anche nei momenti più difficili, ed è per questo che annunciamo il nostro ambizioso programma di sostenibilità Make it Possible, che delinea 24 obiettivi da raggiungere entro il 2030. Tommy Hilfiger vanta una lunga tradizione decennale per la guida di un futuro più sostenibile, tra cui i processi pionieristici del denim a basso impatto ambientale, la promozione della gestione delle risorse idriche e la creazione di collezioni più inclusive. Make it Possible è un modo per lavorare insieme per dare un contributo significativo e duraturo a un’industria della moda migliore”.
Tra le best practice per raggiungere i nuovi obiettivi non manca un piano di formazione.
Ad oggi, oltre il 80% dei designer di Tommy Hilfiger ha ricevuto una formazione in strategie di design circolare e, nel 2019, il 72% del cotone utilizzato a livello globale proveniva da fonti più sostenibili.
Negli ultimi anni, Tommy Hilfiger ha collaborato con il WWF per affrontare i rischi legati all’acqua nelle sedi strategiche della nostra catena di distribuzione. Ciò include la formazione in gestione dei rischi idrici per i fornitori e nei parchi industriali nel bacino del fiume Taihu in Cina e il ruolo di partner fondatore di un nuovo programma di gestione delle risorse idriche in Vietnam nel bacino del Mekong.
Collezione dopo collezione il quantitativo dei capi prodotti da Tommy Hilfiger include proposte sempre più sostenibili.
Più di 2 milioni di pezzi di denim TOMMY HILFIGER sono stati rifiniti con un impatto minore, riducendo la quantità di acqua e di energia normalmente utilizzata. Ogni stagione TOMMY HILFIGER include nelle sue collezioni capi più sostenibili, come dimostra il 50% in più di capi sostenibili previsti per la primavera del 2021, il doppio rispetto alla primavera del 2020.
Riconoscendo che nessun brand può cambiare il panorama della sostenibilità da solo, Tommy Hilfiger ha unito le forze con i partner del settore firmando “The Fashion Pact” nell’agosto 2019, ed ha inoltre aderito alle iniziative prese dalla Ellen MacArthur Foundation attraverso le “Make Fashion Circular and Jeans Redesign Guidelines”.