Skip to main content

Non sarebbe Prada senza una domanda aperta, senza un concetto da destrutturare, senza una riflessione che si insinua tra i tessuti. Per la collezione Autunno-Inverno 2025/26, Miuccia Prada e Raf Simons scelgono di interrogare la femminilità contemporanea, smontandone ogni convenzione e ricostruendola in un dialogo tra opposti.

Nella cornice industriale del deposito di Fondazione Prada, una passerella articolata su più livelli incontra il contrasto visivo di una tappezzeria aristocratica firmata da Catherine Martin, mentre la colonna sonora alterna archi e clavicembali a sintetizzatori elettronici. L’ambientazione perfetta per una collezione che fa della sovversione estetica e concettuale il suo manifesto, dove l’idea stessa di bellezza femminile viene scomposta e riassemblata.

Un interrogativo che diventa moda

Cos’è il femminile oggi? Qual è il suo significato? Sono queste le domande che hanno guidato la progettazione della collezione. «Ci interessa esplorare la femminilità non come un’idea fissa, ma come una trasformazione continua», spiega il brand.

In passerella, questo concetto prende forma attraverso capi liberati dalla loro funzione originaria, destrutturati, spostati, frammentati. «Le loro apparenze sono ingannevoli, i significati cambiano in base al movimento, e nuove silhouette emergono dalle interazioni fra elementi distinti».

Il risultato è un guardaroba che non offre certezze, ma solo possibilità, ribadendo che il femminile non può essere rinchiuso in una definizione univoca.

Raw glamour: quando l’ugly chic diventa fuzzy chic

La collezione AI 2025/26 di Prada è un esercizio di alterazione e imperfezione, dove i capi sembrano sfocati, sbavati, fuori misura. Nulla è aderente, tutto sembra sfuggire di mano.

  • Abiti ladylike anni ’60 vengono trasformati in volumi eccessivi, che oscillano e si muovono con il corpo.
  • Orli grezzi e lasciati a vista, come se i capi fossero ancora in lavorazione.
  • Pencil skirt instabili, che sembrano pronte a cadere sotto la forza di gravità.
  • Fiocchetti e dettagli talismanici applicati direttamente sui tessuti, in un gioco tra austerità e decorazione.
  • Gioielli con ciocche di capelli incastonate, che evocano un senso di intimità e mistero.

Il risultato è un eleganza disturbata, ma incredibilmente affascinante, un’ode alla femminilità non levigata, che non cerca la perfezione ma abbraccia la sua natura mutevole.

L’accessorio cult: i bayonetta glasses

A dominare la collezione sono gli occhiali da vista bayonetta, con asticelle metalliche decorative, perfetta sintesi dell’estetica geek-chic che Prada ha sempre saputo rendere desiderabile. Già in hype, ora diventano un statement di stile definitivo.

Il dettaglio più affascinante: le sbavature calcolate

Quella sensazione di imperfezione studiata, di caos controllato, di look che sembra assemblato in fretta ma è in realtà calibrato al millimetro. Un’estetica che richiama il momento frenetico del prepararsi la mattina, quando ogni gesto sembra casuale ma in realtà è parte di una coreografia personale. Un’idea che è familiare, umana, vera.

Prada ridefinisce (ancora una volta) il concetto di femminilità

Con questa collezione, Miuccia Prada e Raf Simons confermano il loro ruolo di architetti del pensiero contemporaneo, trasformando la moda in un dialogo visivo e concettuale.

Nessuna risposta definitiva, solo nuove domande. E forse, proprio in questo, risiede il vero significato del femminile secondo Prada: non un concetto fisso, ma una continua evoluzione.