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“I will come out again”.

Esploriamo il panorama contemporaneo.

“Ne uscirò di nuovo” ma anche ne “ri-uscirò ancora”. La nuova mostra di Accesso Galleria a Pietrasanta indaga il panorama contemporaneo con le opere degli artisti Bruno Walpoth e Alex Rane. Indicando, oltre al contesto attuale, anche il preciso istante in cui l’identità di un artista (ri)emerge dalle sue opere non appena toccate dallo sguardo di chi le osserva.

“Bruno Walpoth e Alex Rane. I Will Come out Again” è un approfondimento del profilo dei due artisti attraverso un percorso espositivo di oltre venti opere tra sculture in legno, bronzo e marmo, e disegni su carta. Fruibile fino al 10 agosto 2020 presso gli spazi di Accesso Galleria a Pietrasanta, la mostra racconta, procedendo per analogie e differenze, che cosa l’arte rappresenti per i due scultori, che concordano su un punto: essa consente di esprimere le proprie energie, storie, spiritualità e, in definitiva, la propria identità.

I due artisti figurativi del contemporaneo.

Le sculture di Walpoth, principalmente in legno, sono statiche e remote ma il loro carisma sprona la voglia di sapere cosa stanno pensando; è la loro immobilità ad attrarre lo sguardo. Le sculture in marmo di Rane posano in atteggiamenti espressivi; i corpi curvi e i capi inclinati esprimono apertamente una vasta gamma di emozioni. L’artista lascia alcune zone del marmo intenzionalmente grezze e le contrappone ad aree in cui le forme sono più complete e definite. Le forme esagerate e l’utilizzo di segni contrastanti sulla superficie permettono di rivelare il processo scultoreo.

“Il momento che mi interessa maggiormente è quando un modello è assorto nei suoi pensieri e diventa quasi assente… Nei miei lavori cerco di fissare questo momento perché è il più intimo in ogni essere umano, quando ci si perde in una dimensione segreta, interamente personale”.

Con queste parole Bruno Walpoth (nato a Bressanone nel 1959) rivela il proprio intento. Non raccontare alcuna storia al suo pubblico, ma spingerlo a concentrarsi su un preciso attimo. Come accade, per esempio, nell’opera in mostra David II, in noce, del 2019, che ritrae un giovane dallo sguardo apparentemente inespressivo, ma in realtà completamente raccolto nel proprio mondo interiore. “È nel risultato, nella scultura finita – continua Walpoth – che l’osservatore riesce a vedere se stesso”.

Il newyorkese Alex Rane, classe 1986, adotta un approccio diverso e ricerca un diverso risultato. Dunque se Walpoth non vuole raccontare una storia, Rane vuole comunicare con lo spettatore. Come dichiara lui stesso: “La mia storia, le mie emozioni e i miei pensieri cercano la propria strada all’interno dell’opera attraverso il processo che porta a crearla, trasformando poi il risultato in forma di comunicazione”. Negative Capability, in marmo statuario, del 2019-20, ne è l’esempio perfetto. La sua posa ritorta e dinamica e nel suo corpo scavato e segnato, diventa incredibile strumento espressivo.

Completa la mostra un catalogo digitale scaricabile, con le immagini delle opere in mostra e apparati bio-bibliografici aggiornati.