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Animista e mistico, sciamano e alchimista, punk e poeta. Quante sono le anime dell’artista europeo di origine, africano di nascita, Kendell Geers?

Lui stesso si è definito in una sola parola AniMistAktivista. La sua arte è una chiamata alle armi. Ma, al posto dei proiettili, c’è l’amore, che, come l’arte, è un’arma di trasformazione: «L’arte cambia il mondo – una percezione alla volta”.»

Un lavoro di grande ricerca che mette a confronto, o meglio in discussione, la narrativa dell’arte e i linguaggi del potere. Dove i codici ideologici vengono interrotti, le aspettative deluse e i sistemi di convinzione e fede trasformati in canoni estetici.

Le opere di Kendell Geers raccontano l’esperienza di rivoluzionario per sviluppare un approccio psico-socio-politico in cui etica ed estetica sono viste come due facce della stessa medaglia che ruota sul grande tavolo della storia.

A lui, M77 Gallery a Milano, dedica la mostra OrnAmenTum’EtKrimMen.

Il titolo della mostra OrnAmenTum’EtKrimMen – a cura di Danilo Eccher esposta negli spazi di M77 Gallery a Milano dal 21 settembre 2020 al 30 gennaio 2021 – si basa sul saggio del 1908 “Ornamento e Crimine” dell’architetto austriaco Adolf Loos, pioniere dell’architettura moderna che condannò le decorazioni sulle facciate degli edifici come un eccesso inutile, persino pericoloso, guidando il corso dell’architettura verso il concetto di funzionalità.

Per M77 Gallery, Geers abbraccia l’eredità culturale di Loos interrogando i linguaggi del minimalismo e il modello della galleria “white cube”, gettando l’estetica contro un muro di mattoni e frammenti di etica infranta.

Attraverso una selezione di opere storiche, la più recente produzione e installazioni site-specificprogettate per interagire con gli interni della galleria, l’artista crea un itinerario in cui la giustapposizione di materiali diversi e il forte impatto creato dal suo sapiente uso di colori e motivi danno origine a una serie di riferimenti incrociati e contrasti intesi a minare le credenze care all’osservatore, consapevolmente o inconsciamente immerso in un ambiente che è sì attraente ma che si dimostra in realtà inospitale e potenzialmente pericoloso.

«OrnAmenTumEtKriMen è una risurrezione dello spirito attraverso l’invocazione della natura, un’invocazione potente sul tema dell’amore attraverso la mediazione della natura morta. I fiori recisi della tradizione pittorica classica potrebbero infatti essere il simbolo più preciso dei nostri tempi. I fiori sono stati tagliati dalle loro radici e sono sostenuti, solo per un breve momento, dall’acqua nel loro vaso. La loro bellezza risiede nella loro fragilità, ancora viva ma allo stesso tempo morentedichiara l’artista.