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Kenzo Takada è morto a 81 anni in seguito alle complicanze dovute al Covid-19, che il celebre stilista aveva contratto. Scende una lacrima da uno degli occhi più famosi del mondo della moda.

Kenzo Takada ha vissuto una vita eccentrica e controcorrente, come la sua persona ci ha del resto sempre abituati. Sorridente e spontaneamente portato a distinguersi, le sue creazioni ne hanno seguito l’indole. Come in un racconto che unisce storia e leggenda, nacque il 27 febbraio del 1939 a Himeniji, Giappone. L’interesse per la moda è innato: si racconta rubasse le riviste alle sorelle per coltivare la sua passione. Di certo l’ambiente non l’ha supportato. I genitori lo convinsero a studiare letteratura e quando abbandona il corso per studiare moda è il primo studente maschio del Bunka Fashion College di Tokyo.

Nel 1960 ha inizio la sua dilagante produzione. I grandi magazzini Sanai sono la palestra dove disegna più di 40 look al mese, Parigi l’approdo inevitabile che raggiunge nel 1964. Qui inizia a collaborare come freelance con diverse case di moda e il suo stile unico inizia a fare rumore.

Abiti oversize, silhouette inusuali, colori sgargianti, animalier, asimmetrie, stile urbano.

Questi gli elementi principali di un approccio teatrale che diventa show durante le sfilate. Nel 1970 apre la sua prima boutique, ribattezzata Jungle Jap, e il circo irrompe sulle stampe e nelle scenografie dei defilé. Un gusto per la decorazione che coglie l’anima di un ambiente.

Per questo l’evoluzione naturale di Kenzo Takada, ceduto il brand a LMVH nel 1999, è il design di interni. La tigre, simbolo del marchio, continua però a ruggire. Lo fa estendendo la propria produzione anche ai profumi. Da Flower by Kenzo, con l’iconico papavero rosso sul flacone, all’altrettanto rappresentativo Kenzo World, con l’immancabile occhi che divanta anche boccetta.

Kenza Takada ci ha lasciati, ma siamo convinti che qualche irriverente sorpresa sia ancora in serbo per noi.