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La Noyes House apre per la prima volta al pubblico. Una mostra d’arte, composta dalle opere collezionate dal suo ideatore Eliot Noyes, accompagna l’evento fino al 28 novembre 2020.

C’era una volta una casa nel bosco, lontana e inaccessibile, che si racconta custodisse preziose opere d’arte al suo interno. Parliamo al passato non perché questa casa non esista più o addirittura non sia mai esistita, ma semplicemente perché ora è meno lontana e non più inaccessibile. Si tratta della Noyes House, la residenza immersa nel verde progettata dall’architetto e designer Eliot Noyes (1910-1977, Boston, USA). Ideata nel 1954 e conclusa nel 1955, è la seconda casa che Noyes ha realizzato per sé e la sua famiglia a New Canaan, Connecticut.

Eliot Noyes e sua moglie Molly non erano collezionisti in senso stretto, ma sono stati in grado di circondarsi di una miscela creativa di opere d’arte, artigianato popolare, arazzi, scultura africana e americana. Ora la collaborazione di due gallerie – Blum & Poe e Mendes Wood DM – e una fiera dal format innovativo come Object & Thing ha finalmente aperto la residenza al pubblico in occasione della mostra At The Noyes House.

L’esposizione riunisce le opere conservate nella dimora insieme a quelle che l’avevano lasciata in direzione museo. A queste si aggiungono anche alcune opere realizzate ad hoc, per un totale di più di 80 lavori. Tra i 34 artisti che le hanno realizzate ci sono Lucas Arruda, Lynda Benglis, Heidi Bucher, Sonia Gomes, Green River Project LLC, Mark Grotjahn, Kazunori Hamana, Sheila Hicks, Daniel Steegmann Mangrané, Antonio Obá, Gaetano Pesce e Faye Toogood.

La Noyes House è estremamente vivibile, calda e intima, completamente in armonia con la natura circostante. Eppure è anche un brillante studio sulla giustapposizione formale. In una direzione, le pareti sono di vetro e acciaio, consentendo una vista attraverso l’edificio e verso il paesaggio. Nella direzione opposta, i muri sono fatti di pietra da campo locale. Una location perfetta per un’esposizione artistica unica, dove la storia personale di Noyes si unisce allo scorrere incontrollabile delle più varie espressioni moderne.