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Man Ray fotografo di moda. Questo il taglio unico che il Musée du Luxembourg sceglie per la mostra dedicata al celebre artista surrealista. In mostra fino al 17 gennaio.

Dadaista, Surrealista, artista dal fascino onirico. Man Ray è principalmente ricordato per la sua vicinanza alle avanguardie del Novecento. Pochi sanno, invece, che è stato anche raffinato fotografo di moda. Man Ray arriva a Parigi nel 1921, su consiglio di Marcel Duchamp, e inizia a scattare ritratti mondani mentre cerca di inserirsi nell’ambiente dell’avanguardia artistica.

A immetterlo nel mondo della moda è Paul Poiret, pioniere della moda in senso moderno. Diversi gli stilisti che hanno scelto il fotografo per immortalare le proprie creazioni: da Madeleine Vionnet a Coco Chanel, da Augusta Bernard a Louise Boulanger fino a Elsa Schiaparelli. Anche le riviste si interessano allora ai suoi scatti, che troviamo su testate come Vogue, Vanity Fair, Vu e Harper’s Bazaar.

Al tempo, purtroppo, si stampava però con parsimonia. Inoltre, al tempo, le riviste erano proprietarie sia delle stampe che dei negativi. Così non sono molte le fotografie di moda realizzate da Man Ray che sono giunte fino a noi. Per questa ragione la mostra Man Ray et la mode, in scena al Musée du Luxembourg fino al 17 gennaio 2021, è un’occasione più unica che rara per scoprire la produzione fotografica dell’artista in relazione al mondo del costume.

É interessante notare come lo stile surrealista del fotografo si rifletta anche in questa particolare produzioni.

Il pubblico rimaneva dunque affascinato dai suoi scatti inusuali, immersi un’atmosfera onirica unica. A incantare in particolare erano le composizioni insolite, le inquadrature curiose, i giochi di luci e ombre, le colorazioni e le “solarizzazioni”.

L’esposizione evidenzia il legame apparentemente fragile tra l’art pour l’art e le produzioni funzionali, come per esempio quelle per la moda. Simbolico in tal senso il caso della celebre opere Les larmes, nata in realtà come pubblicità di un mascara firmato Arlette Bernard.