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1,5 milioni di metri quadrati di spazio saranno destinati a una innovativa zona residenziale. Come si trasforma l’ area ex Falck di Sesto San Giovanni.

Milano prosegue il suo progetto di rinnovamento coinvolgendo la sua vecchia anima industriale, pronta a risorgere grazie ad avanzati modelli di inclusione sociale e sostenibilità ambientale.

Queste le due linee guida di MilanoSesto, progetto che da giugno andrà a interessare il quadrante nord-est dell’area metropolitana della città. 1,5 milioni i metri quadrati coinvolti, 50.000 le persone (tra residenti e city users) che usufruiranno dell’area, 500 i milioni di euro il primo investimento sul lotto Unione 0, frutto di un accordo quadro tra Hines, advisor strategico dell’intero progetto e development manager, in partnership con Cale Street, società finanziaria e di investimento immobiliare sostenuta dal Kuwait Investment Office, e Milanosesto S.p.A, proprietaria delle aree e soggetto attuatore e appaltante, attraverso un fondo gestito dal Gruppo Prelios, che del complessivo progetto di MilanoSesto cura anche l’asset e project management.

Questi alcuni numeri utili a intuire il valore dell’intervento di rigenerazione urbana più grande in Italia e tra i più ambiziosi in Europa.

Il luogo di interesse è la zona ex Falck di Sesto San Giovanni. Il masterplan firmato Foster + Partners, prestigioso studio di architettura a livello internazionale, prevede uno sviluppo progressivo che vedrà nascere nei prossimi anni uno tra i più grandi parchi urbani della Lombardia, quartieri residenziali, nuove piazze, spazi retail e direzionali, alberghi e spazi pubblici pensati per favorire l’incontro tra le persone.

Centro nevralgico del progetto è la nuova stazione. Ideata dallo studio Renzo Piano Building Workshop con Ottavio Di Blasi & Partners, sarà realizzata come una grande passerella di 89×18 metri sospesa al di sopra dei binari esistenti.

Al valore funzionale della struttura – che consentirà di congiungere due zone della città da sempre separate dalla ferrovia – si aggiunge la sua forte valenza simbolica. Si tratta di un modello etico di sviluppo che parte dalle persone e dai loro bisogni, con l’ambizione di creare una comunità aperta e inclusiva in una città in continua evoluzione.