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Ginza Six, fulcro emergente di Tokyo. Ci troviamo in quello che un tempo era crocevia di scambi commerciali come molti altri, seppur fra le rotte tra l’Oriente e quanto proveniva dal lontano Occidente. Oggi, nel secolo del commercio online, è sì un edificio ma anche un intero quartiere dello shopping e degli hotel di lusso per eccellenza, almeno agli occhi di chi si ritrova in questa parte di mondo.

La sua trasformazione sembra essere solo all’inizio: infatti, da alcuni mesi a questa parte, si può veder crescere quello spicchio in Chuo-ku della capitale nipponica in modo estremamente veloce e verso quell’unica direzione.

Se il segmento upscale cresce e si consolida del resto – e non solo in Giappone – la vocazione che ha valorizzato lo stesso quartiere di una volta resta intatta e lascia così che Hermès, Mikimoto, Chanel, Bulgari, Cèline, Blumarine, Dior ed altri luxury brand aperti a tutti i mercati la possano conquistare. Ancora una volta, si direbbe, stavolta da quando è stato ufficialmente inaugurato non un mall ma praticamente un intero district, in cui hanno debuttato sul palco commerciale più in vista della scena internazionale 241 fra boutiques e flaghship store dei più grandi nomi del beauty e della moda d’alta gamma, sparse su una superficie che sfiora i 50mila metri quadrati in tutto.

Il sesto dei distretti del quartiere di Ginza – da qui il nome – si completa anche di un’offerta di fine dining food, di centri culturali come il Kanze Noh Theater, gallerie e grand hotel, ma si lega indissolubilmente alla tendenza dello shopping tourism (onda che porta sulla sua cresta altro indotto), una fortunata combinazione per dare altro al viaggiatore europeo, il quale, statistiche alla mano e anno dopo anno, sembra definire il Giappone come destinazione dalle mille sorprese e da raggiungere per motivi sempre nuovi.