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La svolta eco di Versace?

Mentre la Human Society of United States stila una lista dei marchi di moda che non usano più pelli e pellicce di origine animale ma solo sintetica, anche Versace si unisce al claim FurFree.

Dalla evergreen Stella McCartney, famosa per la sua vegan fashion, poi Gucci ,anticipata dalla dichiarazione del Ceo Marco Bizzarri che ha detto che le pellicce sono “fuori moda” e ancora Calvin Klein, Donna Karan, Ralph Lauren, Tom Ford e Michael Kors a cui si affiancano anche i nomi delle aziende del fast fashion che ogni tanto hanno da gestire inoltre problemi non solo riguardanti le polemiche sulla tipologia di derivazione del pelo, ma più inerenti alle fabbriche e al personale. Un grande elenco di “pentiti” a cui si aggiunge probabilmente Versace. E stata la stessa Presidente Donatella ad affermare durante un’intervista che non userà più gli animaletti: «Pellicce? Ne ho abbastanza. Non voglio uccidere animali per fare moda, non mi sembra giusto».

È l’associazione internazionale PETA (People for Ethical Treatment of Animals) a fare il primo plauso a Versace con un post dedicato sul suo profilo Instagram: “@Donatella_Versace ha dichiarato che non userà più la pelliccia animale in nessuno dei suoi disegni – un enorme passo avanti per gli animali che vengono uccisi per la moda! PETA ha attivamente esercitato pressioni su @Versace per passare a #FurFree dagli anni ’90”, a cui aggiunge il suo auspicio affinché la casa di moda sia anche più attenta nell’uso di pellami per giacche, borse e accessori.

Quella della moda etica è una questione parecchio scottante, sono anni che se ne parla e come tanti pensano c’è anche International Fur Federation, associazione internazionale della pellicceria che pone l’accento su un “alterego” da tenere in considerazione. Ossia la pelliccia è un prodotto naturale, è organica, non inquinante e secondo l’associazione è realizzata in modo responsabile, affermando che “All’ambiente fa più male la plastica».