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Il territorio delle Langhe, in questo periodo, è un invito al viaggio fra eccellenze.
Fra vigneti autoctoni di grande riscoperta ed il bien-vivre, c’è spazio per gusto, tradizione ed arte…

 

L’arte di Matteo Fieno

Per i cultori più attenti dell’arte figurativa contemporanea, la scoperta più fresca porta ad un artista langarolo in piena ascesa: Matteo Fieno.

Le sue opere sono state già apprezzate da collezionisti e gallerie in Italia e all’estero. Il contemporary figurative artist è già stato protagonista della Biennale d’Arte di Milano, riconosciuto poi anche a Spoleto Arte, al Premio Canaletto e il Premio Caravaggio.

Nel suo atelier – ottimamente ricavato nella Tenuta Ottocento a Diano d’Alba (proprietà dove si può anche soggiornare, in soluzioni indipendenti e dal raffinato style country-chic) – si possono apprezzare privatamente le sue ultime opere sull’universo rosa.

Vicina alla street art ma allo stesso tempo quasi ispirata alle delicate figure di Cézanne o Matisse, l’arte di Fieno è frutto in primis di una ricerca intellettuale, resa anche dallo storytelling che accompagna la collezione.

Un percorso, questo, nato da storie reali che hanno ispirato i suoi ultimi 22 soggetti.

Quel pazzo 2020 declinato al femminile è la collezione appena presentata: quadri inediti, pensati e creati nel periodo del lockdown, opere uniche fra sentimenti ed inquietudini, custodite così nelle Langhe, in una dimensione nuova e riservata.

Il contesto per l’ospite più esigente è dunque quello di una scoperta esclusiva, dell’artista, delle sue opere e del suo riservato atelier in campagna, per un viaggio ispirazionale profondo, in perfetta sintonia con il luogo.

 

Wine Fine Experience

Da vitigni prìncipi di vari feudi langaroli, Barolo, Barbera, Nebbiolo e Barbaresco sono il fil rouge migliore per intenditori e palati esigenti.

Fra riscoperta e valorizzazione, sono loro i protagonisti di esperienze e degustazioni a tema, viaggiando fra annate sublimi o storie d’eccellenza fra vitigni diversi.

Dagli USA all’Europa, la richiesta di percorsi gourmet con le specialità enogastronomiche del territorio aumenta, offrendo opportunità dalle molte sfumature (anche su misura) per chi cerca il meglio.

Negli ultimi 4 anni abbiamo cominciato a sviluppare un nuovo progetto che ci ha portati a fare degustazioni spesso all’estero, direttamente dai nostri clienti stranieri, creando eventi unici – ci spiega Stefano Moisto, titolare de La Vite Turchese a Barolo ed ideatore anche di un progetto sempre tailor made di Wine Retreat a tema.

“Per i clienti più esigenti abbiamo ideato una degustazione chiamata MASTERCLASS dove presentiamo 14 particolari bicchieri di Barbaresco e Barolo, per far scoprire in maniera eccezionale questo territorio – continua il titolare della pregiata enoteca – Amiamo costruire i percorsi degustazioni con ogni singolo cliente, perchè la profonda conoscenza e professionalità ci permettono di capire le richieste e rendere ogni singola degustazione interessante e unica.”

 

Ugo Alciati ed i profumi d’autunno

Fra le eccellenze più attente all’alta cucina di tradizione e di stagione, Ugo Alciati del Guido Ristorante resta una tappa d’obbligo.

Nella Villa Reale, presso la riserva bionaturale di Fontanafredda a Serralunga d’Alba, il suo locale-due stelle Michelin inaugura i profumi di stagione.

L’autunno inizia con l’odore di mosto che fermenta nelle cantine ed è un crescendo di sapori e profumi della terra – ci spiega lo chef – Si parte con i funghi, porcini soprattutto, che acquistiamo da raccoglitori che conosciamo da anni e per i quali i boschi piemontesi non hanno segreti.

Poi si passa al tartufo bianco d’Alba, il prodotto più rappresentativo della zona, unico per aroma e sapore. È il motivo, assieme al vino, che spinge gli appassionati gastronomi a fare visita alle colline delle Langhe, tra ottobre e inizio dicembre.

Sull’uovo in camicia, sulle tagliatelle ai 40 rossi o sulla fonduta è da assolutamente da provare per godere dei profumi che emana” ci confida Alciati.

Spazio poi anche per chi vuole osare con le proposte dello chef.
Verso l’inizio di novembre – conclude – troviamo i cardi gobbi di Nizza Monferrato, un presidio Slow Food che a me piace proporre in un abbinamento un po’ inusuale – con pere e acciughe e tartufo bianco.