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Il giovanissimo attore italo francese, classe ’98, arrivato al successo con la fiction ” Mare fuori” dove interpreta il classico ” figlio di papà”, ha le idee chiare sul suo furturo. Per lui sono stati tre anni di fuoco, ” ma -dice orgoglioso-sono riuscito a realizzare molti dei miei sogni!”.

 

Papà grafico francese, mamma giornalista italiana. Cosa c’è di questi due mondi dentro di te?

Sicuramente la creatività, anche se a mia mamma invidio la capacità di raccontare le cose, è una super penna e il mio ruolo di attore mi porta a raccontare delle storie quindi mi piacerebbe avere anche la capacità di saperle scrivere, renderle mie.

Papà per via del suo lavoro mi ha fatto crescere tra i suoi disegni, e così da un paio d’anni ho iniziato anche io. Mi piace disegnare città immaginarie e cose astratte.

 

E della cultura francese cosa hai preso?

Adoro le piccole cose che mi ricordano casa come la gallette de rois, una specie di gioco nel quale si nasconde un fagiolo all’interno della torta e chi lo trova diventa il re della giornata. In generale adoro i dolci francesi, poi, essendo del Nord, quindi Normandia, sono molto appassionato di barche a vela, e quando posso vado a passeggiare al porto.

 

Sin da bambino volevi fare l’attore?

Sono sempre stato affascinato dalla recitazione e soprattutto dalla capacità di poter creare mondi. Ho anche una grandissima passione per la magia, credo che il cinema sia magia, per via della continua ricerca dell’incantesimo, che mi permetta di trovare ogni volta un modo nuovo di calarmi in un personaggio.

 

Ora sei in tv con Mare Fuori 3, di una storia di successo molto forte, di ragazzi a cui è stata tolta la libertà. Come è stato interpretare questo ruolo?

Entusiasmante, oltretutto era la mia prima esperienza sul set. La prima volta con un ruolo serio, che quindi ti da libertà limitata perché sei a contatto con altre persone, altre vite e altre storie quindi non puoi reagire come ti pare. Devi sempre essere cosciente di quale è il tuo contesto.

 

Amore, passione e rabbia.

Beh, il carcere è un vaso di Pandora dove tutto viene racchiuso in un luogo dove non c’è libertà, dove l’amore e necessità di spazi fisici e mentali di moltiplicano. Rimbalzano su un muro, ma poi tornano sempre indietro.

 

Nel personaggio di Filippo, c’è qualcosa anche di te?

Soprattutto nella prima stagione sì, ho dovuto pescare cose del mio vissuto per entrare nel personaggio. Ho fatto molto un lavoro di associazione; se il mio personaggio era triste, solo o arrabbiato andavo a cercare nel mio vissuto delle situazioni dove potevo associare la vita di Filippo alla mia. Poi Filippo è cambiato e cresciuto diversamente da me ma ci siamo accompagnati a vicenda.

 

Ti piaci quando reciti?

Non lo so, perché ogni volta che finisco una scena mi sembra di aver trovato la chiave per farla perfetta e mi dico cavolo l’avrei potuto fare prima. Crescere fa pensare “ah ora che capisco questa cosa, l’avrei potuta fare meglio”. In generale, i miei personaggi mi sono piaciuti! Anche se qualche volta esagero con l’autocritica.

Siamo arrivati alla terza stagione di Mare fuori, non senti il pericolo di rimanere prigioniero del personaggio?

Un po’ sì perché, quando fai, fai, fai, lavori e non pensi al futuro La mia paura è che ripetere tante volte la stessa cosa poi diventi la tua prerogativa.

 

A 24 anni sei un artista emergente, attore guardato e desiderato. Qual è il tuo approccio col pubblico?

Molto “sciallo”, sono un chiacchierone e mi piace parlare con tutti. Certo, quando penso che ho una carriera che devo mantenere e voglio continuare, mi sale una certa ansia da prestazione. Ho paura di fare scelte sbagliate.

 

Come la gestisci?

Ora disegno e dormo! Mi prendo tanti momenti miei, tanto spazio. Sfrutto molto il dialogo interiore, a volte mi mando un po’ a quel paese, però credo faccia bene ogni tanto.

 

E a livello lavorativo?

È un’ansia sana, mi fa lavorare e mi fa studiare tanto.

 

Un attore con cui vorresti lavorare?

Christopher Waltz, Joaquin Phoenix, Antony Hopkins: Hollywood! Tra gli italiani, Pierfrancesco Favino, Elio Germano e poi Toni Servillo che ha sempre fatto film che mi hanno tanto colpito. E poi ci sono anche tanti giovani che ammiro molto. Insomma, voglio lavorare con tutti!

Che ruolo vorresti interpretare?

Mi piacerebbe un film storico, una delle grandi storie del Medioevo Sarebbe bello lavorare sulle movenze del corpo, con un linguaggio e un approccio diversi da manierismi di oggi.

 

Come affronti un nuovo personaggio?

Mi piace cambiare completamente metodo. Uso un diario emotivo che scrivo di getto finché non ho più parole per quel personaggio. A volte vado tanto di immagini, dei luoghi, di persone di caratteri e le associo al personaggio. Mi piace cambiare metterci qualcosa di mio, forse sbaglio perché molti attori dicono di utilizzare una sola tecnica. Per me è come quando disegno, mi piace fare cose con diverse prospettive, in maniere diverse.

 

Il tuo rapporto con la bellezza? Ti piaci?

Mamma è bella! Ho sempre fatto fatica a vedermi bello, ogni tanto sfrutto la cosa e a volta mi ha reso un po’ canaglia. Do priorità al sale in zucca, ecco. Dico sempre, farsi la “guerra in testa” aiuta, ma dobbiamo farlo. I social a volte ti portano a pensare in un solo modo.

 

L’approccio coi social?

Tira e molla, è un componente del mio mestiere e della mia generazione, ma non sono uno che condivide tanto, faccio vedere poco e credo che a volte si debba frenare un po’. Può diventare una specie di Truman show, non voglio abituare le persone a pensare che io debba condividere tutta la mia vita, preferisco parlare con loro per strada.

 

Quali sono le tue passioni oltre al cinema?

Amo la letteratura anche se è un annetto che tra lavoro e sonno leggo poco. Come ho detto, mi piace disegnare sia cose concrete che astratte, ho preso da papà.

Ho fatto tanto sport, ma con gli impegni lavoro non ci sto più dietro. Amo le mostre vado di continuo a vedere i musei. E poi mangiare! Mangiare, davvero tanto.

 

Sai cucinare?

Mi è capito di lavorare in ristorante e sì, so cucinare! Vi invito a cena.

 

C’è posto anche per l’amore in questa tua vita frenetica?

Sì certo! Ma la mia vita privata è blindata e non la renderò pubblica, però l’amore nella mia vita ci sarà sempre.

 

Se dovessi descriverti con tre aggettivi?

Non. Lo. So.

Curioso sicuramente, allo stesso tempo pigro e poi non saprei. Il terzo mi manca, ti direi affamato.

 

Io aggiungerei gentile.

Sì, vero, io cerco di essere gentile, di non ferire e di eliminare l’arroganza. Mi hanno insegnato a essere gentile e ci tengo molto.

 

Qualche progetto futuro?

Usciranno tante cose, la prima esperienza al cinema, ma non so quando uscirà il film. Abbiamo finito di girare a fine novembre con regia di Lauro Luchetti con cui ho lavorato anche sul set di Nudes e poi c’è la serie che ho girato con Carmine Elia.

 

Ti vedi dietro la cinepresa?

Si che sogno! Ho ancora tanta strada da fare. Credo di avere un buon occhio per certe cose, mi piacerebbe anche scrivere una sceneggiatura, ma ora scrivo a una frase e ne penso altre mille. Vedremo il futuro cosa mi riserverà.

 

Stylist_Enrica Lamonaca
Make-up and hair_Simona Breazu using Givenchy
Assistant photographer_Bryan Durante

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