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Yannick Alléno, chef di fama mondiale, è un’icona dell’alta cucina francese. Con una carriera straordinaria che abbraccia oltre tre decenni di esperienza, Alléno ha saputo conquistare il cuore degli appassionati di gastronomia con la sua creatività culinaria, l’attenzione per i dettagli e il desiderio di innovare. Nato il 16 dicembre 1968 a Puteaux, in Francia, è cresciuto in una famiglia di ristoratori. La svolta nella carriera è avvenuta nel 2003, quando ha assunto la guida del ristorante Le Meurice a Parigi. In questo tempio della gastronomia francese, lo chef ha potuto esprimere appieno la sua creatività e la sua visione culinaria. La sua filosofia si basa sull’utilizzo dei prodotti locali e di stagione, reinterpretandoli in modi innovativi e sorprendenti. Grazie a una combinazione di tecniche tradizionali e innovative, Alléno è riuscito a creare piatti che sono vere e proprie opere d’arte per il palato. Una delle caratteristiche distintive della sua cucina è l’attenzione ai dettagli. Ogni elemento del piatto è studiato attentamente, dalla presentazione visiva all’armonia dei sapori. Le sue creazioni sono un mix di gusto, texture e emozioni, progettate per deliziare tutti i sensi del commensale. Inoltre, Alléno è noto per il suo lavoro sulla ricerca dei sapori, utilizzando tecniche come la cottura sottovuoto e l’estrazione di essenze per esaltare al massimo il sapore degli ingredienti. Oltre al ristorante Le Meurice, ha aperto altri ristoranti di successo in tutto il mondo, portando la sua visione culinaria in diverse città come Dubai, Taipei e Marrakech. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi prestigiosi nel corso della sua carriera, tra cui tre stelle Michelin, che confermano il suo status di chef di livello internazionale. Yannick Alléno è un vero e proprio ambasciatore della cucina francese nel mondo.

Qual è la sua relazione con la Versilia e Forte dei Marmi?
Tutto nasce 7 anni fa quando siamo arrivati a Pietrasanta per fare visita a un caro amico di origine toscana. Era in programma solo un weekend, ma…non siamo mai ripartiti! Avevamo in progetto l’acquisto di una casa in Corsica ma abbiamo cambiato idea, e senza pensarci un attimo ci siamo stabiliti a Pietrasanta! Il nostro amico ci ha fatto trascorrere un weekend eccezionale: abbiamo cenato all’enoteca da Michele, poi gita in barca alle Cinque Terre con sosta alla Locanda Lorena sull’isola del Tino, a seguire cena al Bistrot e pranzo al bagno Bruno il giorno dopo. Abbiamo deciso di non ripartire più e il mese dopo siamo tornati nella nostra nuova casa. Un legame incredibile, un vero colpo di fulmine! Non ci abbiamo mai ripensato e mai ci siamo pentiti della nostra scelta, anzi, vorremmo trascorrere sempre più tempo qui! Siamo stati accolti molto calorosamente da tanti amici e abbiamo trovato qui la nostra famiglia.

Cosa amate di più della Versilia e dell’Italia?
Tutto, a partire dai panorami, il clima, la natura, i ristoranti, le temperature e la prossimità al mare. Dell’Italia che dire… è la culla della cultura, c’è sempre da vedere e ammirare monumenti e natura ovunque tu vada. Si mangia benissimo in ogni luogo, in qualsiasi piccola trattoria si beve bene, ci si diverte tanto e soprattutto ci si sente in sicurezza, e questo oggi è importante.

Luogo preferito?

La nostra piccola collina: noi abitiamo a Ripa, per me Forte dei Marmi è la marina di Ripa! Quando si sale in cima alle cave di marmo sul Monte Altissimo poi il panorama è incredibile, tutto è stupendo!

Relazione con chef e ristoranti locali?

Conosciamo tanti chef e ristoranti, trovo che il livello sia altissimo senza necessariamente frequentare ristoranti di lusso e stellati per mangiare bene! Io adoro la cucina semplice come quella di Daniele del Bagno Bruno, dove la qualità dei prodotti è ottima e tutto è freschissimo. Io stesso vado quasi tutti i giorni al mercato di Forte dove trovo dei prodotti sublimi che non si trovano in Francia.

Allontaniamoci dalla Versilia e parliamo dell’apertura al Four Seasons London.

Sono entusiasta! Saremo nel cuore di Park Lane con il terzo ristorante della Famiglia Pavilion. L’arredamento è molto speciale con marmi di colore verde/blu. Le opere dell’artista Peter Lane saranno le protagoniste del decor del ristorante. Sarà il più bello di Londra! Nel grande bar, poi, proponiamo nuovi cocktail con estrazione di legumi, in particolare un nuovo Bloody Mary con estrazione di sedano e pomodoro, molto gustoso. Vogliamo entrare nel mercato londinese in modo intelligente. L’idea è di creare un ristorante elegante, ma “approachable”.

Fuori Marmo Sarà vino pregiato

Risultato di un’allegra serata trascorsa con due amici speciali: il belga Olivier Paul-Morandini, ideatore del 112 (European Emergency Number Association) e titolare della cantina Fuori Mondo nei pressi di Bolgheri, e Paolo Carli, Presidente di Henraux, azienda leader internazionale del marmo scoperto nel ‘500 da Michelangelo. Protagonista di grandiosi progetti architettonici come la maestosa Sheikh Zayed Grand Mosque di Abu Dhabi, il 50 Hudson Yard a NYC e la Cattedrale Sant’Isacco a San Pietroburgo, vanta anche la realizzazione di sculture firmate dai più noti maestri moderni e contemporanei come Rodin, Moore, Marini e Gilioli.

Tutto nasce da un’animata e divertente cena in cui abbiamo degustato eccellenti vini italiani e francesi. Dopo una bella bevuta in allegria, scherzando ho detto: “Tu fai il vino e tu fai il marmo perché non facciamo invecchiare il vino in botti di marmo?”. I due miei amici – pazzi ancora più di me – mi hanno preso sul serio e hanno detto perché no!? Così abbiamo deciso di realizzare questa follia! Non è incredibile?

Non avrei mai immaginato che, da un’idea nata per gioco, potesse venir fuori un vino così sorprendente!

Paolo Carli ha fatto tagliare due blocchi da 36 tonnellate di marmo. Ha compiuto un lavoro eccellente, l’Henraux dispone di una tecnologia talmente avanzata da essere l’unica azienda a poter realizzare un simile progetto. È la prima volta nella storia che si è effettuato l’esperimento di invecchiare il vino nel marmo. Il progetto presentava un certo rischio, non sapevamo come il vino avrebbe potuto reagire all’invecchiamento nel bianco marmo del Monte Altissimo, ma il risultato è stato sorprendente: un vino selezionato eccezionale. Un Cabernet Sauvignon proveniente da vigneti situati a 200 m dal livello del mare; essendo un uvaggio piuttosto austero, ciò che l’ha fatto invecchiare è la freschezza assoluta. È una nuova tecnologia nella viticoltura moderna, un vino completamente bio dove la pietra è vivente e mantiene l’energia, al contrario della ceramica, che è cotta.

TESTO DI MICHELA DAPRETTO