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Incontrare Wanders a New York, nella suggestione dello showroom di Moooi, è come intraprendere un viaggio immaginifico nella poetica del design. Accompagnata da uno dei Maestri più eclettici del contemporaneo, in un dialogo che si snoda tra sostenibilità, Intelligenza Artificiale, sensorialità e universi intangibili

di Anna Casotti

 

 

Quando “senti” e percepisci con il cuore e l’emozione,

questo non è fisico: è digital.

Marcel Wanders

 

 Mondo fisico e spazio digitale sono sempre più connessi. Quale secondo te il vero ruolo del digital design nell’interior?

È senza dubbio un argomento interessante. Se sei un designer e ti occupi di prodotti o complementi, potresti pensare che il mondo digitale sia davvero più eccitante. Ma abbiamo ancora i nostri corpi, giusto? Potrebbe cambiare nei prossimi anni, ma non ora… L’esperienza umana è qualcosa di straordinario, e con Moooi abbiamo deciso, cinque anni fa, di connettere i due universi, sviluppando progetti legati al digital e sorprendenti prodotti per lo spazio fisico. Non stiamo cercando di fondere i due mondi, ma di creare esperienze inedite.

Tra le esperienze sensoriali, Algorithmic Perfumery by EveryHuman™ in cui protagonista è l’Intelligenza Artificiale. Ci racconti di questa inaspettata macchina per fragranze?

Abbiamo deciso di abbracciare non solo gli occhi, ma anche “l’odore” delle cose. La sperimentazione è sempre stata un fattore determinante per Moooi così abbiamo sviluppato Algorithmic Perfumery presentata con EveryHuman™. Una macchina capace di creare in tempo reale profumi personalizzati per ambienti con migliaia e migliaia di combinazioni olfattive realizzate su misura in pochi minuti. Svelando una nuova poetica del brand: le fragranze Moooi.

Pensi che il design debba concentrarsi maggiormente sull’esperienza immersiva e sensoriale?

Credo che siano elementi determinanti. Molti creativi stanno sviluppando progetti per rendere l’esperienza digitale straordinaria, e allo stesso modo dovremmo concentrarci sulla creazione di prodotti fisici e tattili infusi di sensorialità ed eccellenza. Abbiamo un corpo e dobbiamo essere capaci di renderlo straordinario.

Il quinto senso, l’olfatto, è entrato nel mondo Moooi anche con un’altra creazione realizzata in collaborazione con IDEO. Ce ne parli?

Dando vita a un marchio che rappresenta con la medesima eccellenza i due universi, abbiamo presentato alla scorsa Design Week di Milano, nell’esposizione A Life Extraordinary, diversi esempi di esperienze digitali tra cui un’audace collaborazione tra Moooi e IDEO. Così nasce Piro, un piccolo robot danzante dai diversi colori che emana nell’ambiente fragranze inebrianti.

Come nasce invece la collaborazione con LG OLED?

È nata quando Moooi ha introdotto una nuova prospettiva progettuale: il mondo digitale, indagato, esplorato e sviluppato con la stessa accuratezza infusa nei prodotti fisici. Ed era abbastanza chiaro che molte aziende fossero interessate a questo nuovo processo, come LG che ci ha contattato per immaginare LG OLED in A Life Extraordinary a Milano. Una collaborazione che continua ancora oggi e vedrà la realizzazione di altri prodotti inaspettati. Considerando l’attenzione di Moooi al panorama digitale e alla tecnologia, è naturale collaborare con un’azienda tecnologica internazionale come LG. La combinazione tra lifestyle design e tecnologie innovative porta l’aspetto multisensoriale a nuovi livelli.

Quali saranno invece i prossimi progetti di Moooi nello spazio fisico?

Non posso ancora svelare nulla, ma stiamo lavorando a prodotti sorprendenti tra cui una serie di lampade che presenteremo, probabilmente, già nel mese di dicembre.

In che modo affrontate un tema così urgente come la sostenibilità ambientale?

Penso che sulla sostenibilità la mia visione non sia cambiata ed è ciò che ho sempre seguito nella mia filosofia progettuale: infondere un valore a una determinata creazione affinché duri nel tempo, il più a lungo possibile, con l’idea di esistere per sempre e nel modo più efficiente. Sostenibilità significa anche non servirsi di troppi materiali o di materiali sbagliati, utilizzare meno energia e meno mezzi di trasporto, fare attenzione alla materia per l’imballaggio… Produciamo beni durevoli, pertanto dobbiamo assicurarci che le persone li apprezzino per molto tempo perché creano un valore nella loro vita. Non è un fattore principalmente legato alla funzionalità, ne sono convinto: le persone “difendono” ciò che amano.

Come vedi il futuro del design?

Non ho un’idea precisa di cosa sarà il design tra dieci o vent’anni anni: fondamentalmente si tratta di predire il futuro, cosa alquanto bizzarra dal momento che se leggessi una determinata previsione, in pratica vedrei solo ciò che è stato scritto oggi!

Il futuro non è prevedibile, ma quando un creativo inventa qualcosa indica una nuova strada e invita a percorrerla…

C’è una differenza davvero importante tra un visionario e un leader. A me piace l’idea di essere un leader che non indica quale sarà la strada, ma la percorre.