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Un progetto avvincente che diventa realtà: dal design di Patricia Urquiola al concept di coerente sostenibilità. Per un viaggio nuovo nel cuore della frenetica città eterna

 

Un primo urban hotel che vuole tracciare un vero solco dagli altri. Six Senses Roma ha questo grande obiettivo che si trasforma in una grande sfida nella città eterna.

Per il recente cinque stelle lusso gestito dal gruppo IHG è senza dubbio quella che si chiama una novità, nella città italiana più famosa all’estero. E per più ragioni. In primis, è una scommessa sull’offerta alberghiera di lusso della capitale tra le più ambiziose e sfidanti per mercati internazionali perché è un’esperienza che quasi distoglie dalla scoperta della città d’arte. Trasporta infatti il viaggiatore in una dimensione che si focalizza su una scelta ricca, intensa e consapevole, quasi facendo perdere le coordinate temporali del proprio soggiorno.

È un percorso di wellness a tutto tondo quasi predestinato, anche solo per il fatto di sorgere sulle tracce di un’antica fonte battesimale ottagonale del IV secolo (e ancora visibile nei sotterra- nei): c’è un’area umida con le Roman Baths e una varietà di programmi specializzati (biohacking, Sound Therapy, Sleep Therapy e molti altri), ma possiede anche un modo di accogliere, condividere, ospitare fuori dall’ordinario.

Corner e incontri con pratictioners insegnano a guardare il mondo con occhi nuovi, con guidata coerenza. Dalla cucina, prevalentemente planted based, spiegano come la carne italiana selezionata venga frollata e conservata in involucri di cera o miele, trattata con cot- ture rispettose e che le materie prime sono sempre biologiche ed il più possibile, realmente, locali e fuori dai circuiti più comunemente adottati. Carne e pesce sono esclusivamente scelti se provenienti da filiere sostenibili ed entro la selezione di partner che mantiene fede agli stessi principi.

Tutto circoscrive un’offerta che l’ospite non solo riconosce in un percorso lineare, ma impara anche a condividere, imitare nella sua quotidianità, come apprende nelle sessioni organizzate nell’Earth Lab. Oppure, come nell’Alchemy Bar, riflette su rimedi a base naturale per la skincare mattutina o per soluzioni beauty che può produrre autono- mamente e facendo del bene anche all’ambiente. La vision non nasce certo con l’opening di Roma, ma per il brand asiatico arriva da lontano.

“Già nel 1995 con il primo resort al mondo Six Senses abbiamo adottato questo concetto che arriva solo ora qui in Italia” – ci spiega Elisabetta Dell’Antonia, marketing manager dell’hotel, sottolineando come questo nuovo less is more s’innesti su un percorso oggi più attuale che mai, ancora così forte e innovativo per chi arriva volendo in fondo solo vi- sitare Roma.

È poi c’è un’altra sfida, quella sugli interiors che portano la firma di Pa- tricia Urquiola. Gli ambienti e le tinte contemporanee della designer spagnola qui devono dialogare con il mood del brand, con il rispetto della Terra e anche con la “romanità” attesa. Un gioco non facile che punta sulla funzionalità e a cui si abbina il rigore dei marmi (circa 1/3 dell’hotel ne è ricoperto) premiando così uno stile che di ricercatezza e pregio abbonda a piene mani. Il risultato è uno charme caldo ed imperiale al tempo stesso.

Le scale, di respiro classico e le forme delle sedute e dei complementi costituiscono solo un esempio di questo dialogo sul tempo, il vero fulcro e arbitro delle scelte visionarie nell’hotel.