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Studio April, con sede a Milano e Los Angeles, è una realtà creativa a 360 gradi guidato da Alessandro Farinella e Francesco Tiribelli.

Posh incontra il duo creativo che in passato ha avuto la fortuna di lavorare al servizio di aziende di post produzione per Hollywood. Tra le collaborazioni esclusive si annoverano anche quelle per Moncler Genius (l’ultimo geniale progetto ideato da Remo Ruffini) poi con Prada, Miu Miu e Rem Koolhaas.

Sono passati 17 anni da quando avete fondato Studio April che si definisce come un ponte tra reale e virtuale, arte e commercio. Quale l’obiettivo passato e quale quello presente?

Lo studio nasce da una strana congiuntura di professionisti di diverse origini, sia territoriali che culturali, incontrati nel corso delle varie esperienze professionali e accademiche, che ha generato un interessante network di relazioni. April nasce in un contesto di grande fermento, con un avvicinamento al mondo della moda che oggi rappresenta per noi il vero core business, ma che in realtà ai tempi era assolutamente tangenziale. Abbiamo iniziato con Prada intraprendendo un percorso in collaborazione con Koolhaas e AMO (il think-tank fondato dall’architetto olandese Rem Koolhaas, ndr) in cui la moda era solo una ricerca teorica. April è una commistione di saperi e sapori, nel senso che siamo tutti architetti di formazione ma interessati alla trasversalità dei linguaggi della contemporaneità. Nasciamo in un momento di grande trasformazione, l’architettura era un ambito tecnico procedurale, mentre noi abbiamo avuto l’intuizione di mescolare linguaggi e strumenti in un unicum che attraversa le linee di settore ed è capace di interpretare e leggere l’architettura in maniera più interpretativa, oppure viceversa, è in grado di applicare strumenti procedurali dell’architettura in ambiti più leggeri e dinamici come la comunicazione e il marketing. Questo è diventato negli anni uno strumento di marketing, perché i clienti vedono in noi un referente unico, solido, in grado di sviluppare un pacchetto completo con una overview su differenti ambiti e un unico interlocutore. Così nasce April e così si sviluppa ancora oggi, una realtà storicizzata che è riuscita a superare la crisi grazie alla differenziazione.

All’interno del suo storico manifesto teorico Vers une Architecture Le Corbusier scriveva: “La civiltà della macchina sta cercando e troverà la sua espressione architettonica”. Oggi, a distanza di un secolo, possiamo parlare di civiltà digitale. Ma in cosa consiste la vera rivoluzione digitale in architettura?

Non si tratta di rivoluzione ma di implementazione o integrazione, senza dubbio positiva. C’è sicuramente un grandissimo supporto, grazie alla tecnologia si costruiscono cose incredibili, forme impensabili da fare a mano. Si può sperimentare molto di più. Non possiamo pensare oggi all’architettura senza l’uomo e il digitale. La tecnologia facilita tempi, economie, visualizzazione.  È indispensabile per rimanere sul mercato.

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